mercoledì 30 marzo 2011

TURISMO ENOGASTRONOMICO: BUSINESS DI 3-5 MILIARDI NEL 2010

Il turismo enogastronomico in Italia? Dai 3 ai 5 miliardi di euro di giro d'affari nel 2010, grazie a 4-5 milioni di turisti enogastronomici tra stabili ed occasionali che hanno scelto il Belpaese per viaggi wine & food, facendo registrare importanti cambiamenti di tendenza: nella scelta delle mete non si va piu' dietro alle mode, ma a caccia di curiosita' ed esperienze innovative, grazie alla crescente familiarita' nell'usare quotidianamente il web, dove si coltivano interessi sempre piu' personali e ristretti, che si traducono nell'individuazione di luoghi ben precisi, capaci di soddisfare piu' passioni in una solo volta: la gastronomia batte il vino come motivazione di viaggio e si intreccia con l'arte, l'ambiente, lo sport ed il wellness. A dirlo e' il Rapporto Annuale n. 9 "Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia. I nuovi dinamismi di un turismo di tendenza", promosso dalle Citta' del Vino e realizzato dal Censis Servizi, presentato oggi alla Fondazione Censis a Roma.
Secondo il Rapporto, in linea con gli ultimi anni, le vacanze sono sempre piu' brevi (solo un giorno nel 56% dei casi) e dislocate lungo tutto l'anno, ma gli eno-appassionati spendono di piu': in media un turista del vino spende 193 euro al giorno, ne spendeva 149 nel 2003 (+18% al netto dell'inflazione).
Il 56% degli eno-turisti ha svolto nel 2010 un viaggio di un solo giorno, il 26% almeno un weekend, il 15% una vacanza superiore ai 4 giorni. Ma, in media, ogni turista enogastronomico ha vissuto almeno due esperienze di viaggio indipendentemente dalla durata. La spesa media pro-capite giornaliera del viaggio e' di 193 euro (+18% al netto dell'inflazione sul 2003 quando erano 149), destinati per il 32,6% al pernottamento, per il 20,7% alla ristorazione, per il 20,2% all'acquisto di prodotti tipici alimentari, il 17,1% per l'acquisto di vino, il 4,1% per prodotti di artigianato locale ed il restante 5,2% per servizi vari. Alle destinazioni classiche dotate di un brand territoriale forte (dalle Langhe alla Franciacorta al Chianti Classico) se ne aggiungono delle nuove: da un lato i luoghi dove si organizzano eventi di grande richiamo - mostre d'arte, concerti, festival culturali, stagioni operistiche - in prossimita' di territori ad alta vocazione enogastronomica (Alba e le Langhe, Verona e la Valpolicella, Firenze e Siena ed il Chianti Classico); dall'altro sempre di piu' le citta' d'arte puntano anche sull'offerta enogastronomica dei territori circostanti (Venezia-Conegliano -Valdobbiadene; Pienza-Montalcino-Montepulciano.
E nella scelta delle destinazioni incidono sempre piu' fattori come la prossimita' (l'Oltrepo Pavese per chi abita a Milano), la specializzazione di un territorio (il tartufo nelle Langhe), la ricerca di zone ampie ma dalla forte identita' enogastronomica (dalla Romagna alla Maremma alle Cinque Terre). E, soprattutto, la presenza di servizi non piu' solo come strutture (cantine, ricettivita', ristorazione) ma anche secondo gamma, qualita' ed identita', di cui sono esempio territori come il Trentino, il Collio ed il Salento.Il preferito dai giovani e' lo "snapper" (snack + cena), ovvero il recarsi in luoghi ad hoc e di tendenza - come i wine bar - nei weekend o durante le vacanze, per merende golose, taglieri tipici, assaggi di territorio e finger food, accompagnati da un calice di vino locale. Ma c'e' anche chi organizza il proprio viaggio per fare "food shopping" e andare direttamente "alla fonte" della filiera per acquistare e assaggiare prodotti tipici - in azienda, ma anche in botteghe artigiane, cantine consortili, spacci cooperativi - oppure nei sempre piu' numerosi food store sul modello di Eataly. Tra le occasioni di turismo enogastronomico ci sono poi le "sagre esperienziali" per la presentazione di nuovi vini, per promuovere produzioni di nicchia stagionali (dai carciofi agli asparagi, dalle fragole alle ciliege) o particolari, come quelle dedicate ad erbe aromatiche, frutti estinti, vini biodinamici; "feste-festival-fiere". Il 30% dei turisti enogastronomici organizza la vacanza attraverso Internet, anche se il 70% rimane per ora fedele ai canali tradizionali. Per la comunicazione la parola d'ordine e' il Web, dove per il turismo enogastronomico i siti "vetrina" sono molto presenti. Ma anche in questo caso siamo ormai di fronte a nuove tendenze: dal "sito notiziario" per news ed eventi, al "sito tribu'" per condividere le proprie passioni wine & food, dal "sito incoming" per organizzare il proprio viaggio, al "sito mercato" per acquistare vini e prodotti online tramite e-commerce. Dal punto di vista della distribuzione, ossia dove acquistare i prodotti durante i viaggi enogastronomici, tre sono i luoghi privilegiati: i banchi d'acquisto a filiera corta (farmer's market), gli stand delle aziende presenti in eventi e saloni, i cofanetti regalo gourmet con i prodotti del territorio sull'esempio francese degli "Smart Box". Nel 2010 sono stati 3 milioni gli italiani che hanno scelto di viaggiare all'insegna del wine & food come scelta esclusiva o complementare ad altre tipologie di viaggio a tema (dall'arte, allo sport al wellness), buone anche le previsioni per il 2011. "Il turismo enogastronomico e' un asset fondamentale per l'economia dei territori italiani - sottolinea il presidente delle Citta' del Vino Giampaolo Pioli - e sempre piu' la tendenza e' quella di un suo intrecciarsi con le altre tipologie di turismo: da quello legato all'arte a quello dell'ambiente, dello sport, del wellness, fino alla "mobilita' dolce", che punta a tutelare, conservare e valorizzare i percorsi di strade secondarie (con il trekking, in bici ed i treni natura), rendendoli riconoscibili e fruibili".

martedì 29 marzo 2011

Nuovi Turismi: viaggiare al tempo di Internet

Heaven: tra le locations c’è anche la residenza dell’occultista Aleister Crowley, vicino al Lago di Loch Ness, comprata e poi rivenduta dal chitarrista Jimmy Page.

Poi si può andare sul blog Google Maps Mania e scegliere un viaggio, lasciandosi ispirare dai post di matrice cultural geografica. Poi si può scorrere l’elenco di siti come http://keirclarke. googlepages.com/directory.htm e passare alla fase operativa, cliccando sui link che portano alle varie mappe. Vale la pena ricordare che, una volta che si è preso gusto a questo tipo di viaggio, si possono approfondire certe emergenze architettoniche prendendo spunto dal blog Google Sightseeing, che comprende ponti, vulcani, stadi, location di fi lm. Sul sito Google Earth Hacks ci sono varie chicche, come la mappa di Pippi Calzelunghe a Taka-Tuka. Con Google Maps, poi, si possono individuare le location di Desperate Housewives, mentre con Google Geografie virtuali 17 Earth si può zoomare su Wisteria Lane, per veder bene come è fatta la celebre strada. Un must è anche l’isola di Lost, da esplorare palmo a palmo a passo di mouse. Infi ne, su Google Maps ci possono essere anche dei video “georeferenziati”: signifi ca che a una certa indicazione su una mappa corrisponde anche un video girato in quel luogo.

Turismatica - Da qualche tempo tour operator, agenzie di viaggio e linee aeree si avvalgono notevolmente delle possibilità off erte da Internet. L’offerta è molto vasta: si spazia dai siti che vendono voli e viaggi a prezzi competitivi, fi no a veri e propri social network di viaggi dove si possono condividere le proprie impressioni su un albergo o su una certa destinazione, e chiedere consiglio su un viaggio a chi frequenta quello stesso sito web. In tal senso, si tende a organizzare sempre più il proprio viaggio grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Un trend importante, che ha comportato anche la creazione del neologismo “turismatica”, composto da turismo e informatica. Questo termine indica un nuovo modo di fare turismo nell’era del web 2.0: infatti con l’avvento di una Rete legata alla condivisione e alla partecipazione, le potenzialità di Internet non si esauriscono nella possibilità di acquistare un biglietto senza muoversi da casa o di fare il check-in elettronico con il proprio computer. Grazie a siti come TripAdvisor, Venere.com o Expedia, è cambiato radicalmente il modo di promuovere le destinazioni e di organizzare il viaggio.

Tecnoturismo (o Flashpacker tourism) - Nell’immaginario turistico il giovane con lo zaino in spalla è l’emblema classico del viaggiatore. Personaggi simili se ne incontrano continuamente nelle stazioni e negli aeroporti di tutto il mondo. È l’icona di chi viaggia con pochi soldi ma con tanta voglia di conoscere nuovi luoghi e nuove culture. O almeno, era così fi no a un po’ di tempo fa, perché adesso le cose sono cambiate. Fino a qualche anno fa si parlava molto di backpacking, cioè di turismo con lo zaino in spalla, un modo di viaggiare che continua a riscuotere grande successo ma che non è più di moda.

I giovani di oggi, i nativi digitali, quelli nati con Internet e con i mondi virtuali, non si riconoscono più nel turismo degli zaini pieni e dei portafogli vuoti. A questo proposito, nel sito Travoholic.com è stata definita acutamente la differenza fra Geeky Flashpacker e Minted Flashpacker, dove il primo tipo di viaggiatore punterebbe soprattutto sulla tecnologia spinta, l’altro, invece, coniugherebbe tecnologia e lusso. In poche parole, il Geeky Flashpacker preferisce stare in ostello pur d’avere il nuovissimo gadget di cui ha letto su Wired; il Minted invece si accontenta di un gadget di penultima generazione ma non rinuncia all’hotel di charme, dove chattare con gli amici di Facebook davanti al camino. Ma sono distinzioni minime: in generale va notato che i viaggiatori dell’era di Second Life, quando non visitano qualche universo sintetico, si muovono con un armamentario tecnologico che non fa rimpiangere la loro cameretta da geek, equipaggiata con ogni sorta di ritrovato tecnologico per essere sempre connessi con il mondo. E così sono nati i flashpackers, che sono sempre turisti con il mega-zaino d’ordinanza - quello che ostruisce i passaggi nei corridoi dei treni e che prende tre posti nel metrò - ma che hanno un approccio diverso con le cose da portar via per il loro viaggio. Il flashpacker in genere è un nomade abbiente che viaggia con più gadget tecnologici di un marine in missione: del suo corredo fanno parte lettori mp3, smartphone, iPad, videocamere digitali e computer portatili. I flashpacker amano essere “always on”, stare sempre connessi a Internet, e mentre viaggiano raccontano agli amici quello che fanno sui social network e sui blog, in modo da essere ben presenti nella community. E se la sera i backpackers (che in genere sono i loro padri e gli zii) si riunivano in spiaggia o nell’ostello per ascoltare il repertorio standard di quello che sapeva suonare la chitarra (in verità spesso non si andava molto oltre il giro di sol e di do), adesso i flashpackers si raccolgono attorno a quello che ha l’iPad dopo essersi ripresi tra loro con la videocamera per documentare in tempo reale su Youtube il loro viaggio.
© 2011 Morellini Editore

Tratto da Nuovi Turismi. 100 alternative al classico viaggio, pp. 207, euro 14,90

lunedì 28 marzo 2011

Un po' casa un po' hotel: vi presentiamo l' Albergo diffuso

Un prodotto turistico ricettivo italiano al 100%? Esiste. Si tratta dell'Albergo diffuso, una formula di ospitalità che sta decollando tra il pubblico di viaggiatori interessati a soggiornare in un contesto urbano di pregio, vivendo la vacanza a stretto contatto con i residenti. L'idea ha rivoluzionato le regole della ricettività turistica e punta, non solo a riqualificare borghi abbandonati o molto lontani dai tradizionali circuiti turistici, ma anche a intercettare viaggiatori in cerca di posti inusuali, privacy e servizi di ottima qualità che nulla hanno da invidiare a quelli dei migliori Hotel.

Ma vediamo di fare un passo indietro a quando comincia a diffondersi questo tipo di ospitalità turistica perfettamente compatibile con l'ambiente perchè non aggiunge cemento, non sottrae porzioni di territorio, ma riutilizza l'esistente recuperando strutture che esistono già destinate a scomparire o essere completamente abbandonate. L'idea dell'albergo diffuso nacque in Carnia nel lontano 1976 quando, in seguito al terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia, venne messo a punto un modello di ricettività alternativo per potere riutilizzare le abitazioni che erano state abbandonate dalla popolazione colpita dal sisma.

L'albergo diffuso è un modo di fare turismo a stretto contatto con i luoghi, la vita quotidiana, le tradizioni di un paese e le persone che lo abitano. In Italia sono migliaia i borghi abbandonati, i paesi fantasma destinati alla scomparsa che possono avere una opportunità di riscatto trasformandosi in Albergo diffuso (secondo l'Unione Nazionale delle Pro Loco sono 2800 i borghi che rischiano di diventare dei Paesi Fantasma). L'albergo diffuso offre gli stessi servizi di un hotel ma in maniera orizzontale non verticale come avviene nei grandi alberghi che, sempre più, assomigliano a dei condomini di periferia. Il servizio di accoglienza avviene generalmente nella piazza principale del borgo all'interno di una struttura dove è stata predisposta una reception, un bar, il ristorante, la sala lettura e gli spazi comuni agli ospiti dell' Albergo diffuso. Le camere invece sono dislocate all'interno del borgo, in pieno centro, e molto vicine tra loro. Ad oggi sono circa 80 gli Alberghi diffusi in Italia e 11 le Regioni che hanno adottato specifiche leggi che riconoscono e normano questo particolare tipo di ospitalità, mentre, altre cinque, stanno legiferando in materia.


A gestire gli Alberghi diffusi in Italia sono soprattutto i giovani che hanno ristrutturato le case dei loro nonni o degli antenati e che, dopo un esperienza lavorativa, in contesti turistici più tradizionali, hanno scelto di far rivivere luoghi ricchi di capolavori architettonici e artistici, di storia e di un passato da salvaguardare. C'è chi sostiene che l'albergo diffuso è come un “racconto” dei luoghi e delle persone che li hanno abitati.
Le Regioni più gettonate e richieste, soprattutto dai viaggiatori stranieri, sono le Marche, l'Umbria e la Toscana, tuttavia l'Albergo diffuso sta prendendo piede in tutta Italia grazie anche All'Associazione Nazionale Alberghi Diffusi che da anni si occupa di promuovere e sostenere lo sviluppo degli alberghi diffusi in Italia, tutelandone l'immagine e la reputazione presso le istituzioni pubbliche, la stampa, il sistema intermediario e la domanda turistica.

martedì 22 marzo 2011

Turismo, a Lucca gli stranieri reggono

La prima perde quasi 100 mila turisti esteri nel 2009 con un calo del 10,3%, mentre la seconda fa registrare una flessione delle presenze non italiane dell'8,2%. Lucca resta stabile rispetto al 2009 e Siena incrementa del 4,2%. Sono questi i dati di una recente indagine di Bankitalia sul turismo internazionale in Italia. Lo studio sulle presenze turistiche straniere in Toscana nel 2009 rivela numeri sorprendenti e a portare la regione in terreno positivo sono soprattutto gli exploit delle province di Pistoia (+37%) e Prato (+34,6%). Negativi i dati di tutte le altre province toscane: Massa Carrara perde il 16,9%, Livorno l'8,4% e Grosseto il 4,4%. La Toscana fa tuttavia registrare un incremento di 134 milioni di euro della spesa complessiva dei turisti stranieri sul territorio. Un aumento complessivo che però stride con alcune realtà storicamente forti: Pisa perde infatti in un solo anno 11 milioni di euro, mentre fanno peggio Massa Carrara e Livorno che perdono 15 milioni di euro su base annua. Negativo per Pisa anche il dato dei pernottamenti: 532 mila in meno rispetto al 2009, mentre aumentano a Siena, Prato, Pistoia, Lucca, Firenze e Grosseto consentendo al dato regionale di passare dai 3 miliardi e 206 milioni di euro di spesa da parte dei turisti stranieri in Toscana del 2009 ai 3 miliardi e 340 milioni del 2010.
Fonte LA NAZIONE

IL TURISMO È TORNATO IN TOSCANA AI LIVELLI 2007

“Le cifre diffuse oggi sono vecchie e in controtendenza rispetto a quelle, che fanno fede, del 2010. In un mondo dinamico come quello turistico esprimono una fotografia e una lettura che disegnano una realtà che non c’è più “.

Non nasconde la sua sorpresa l’assessore regionale al turismo Cristina Scaletti di fronte ai dati turistici di BankItalia diffusi dalle agenzie di stampa, che dipingono un quadro ormai sorpassato del turismo della nostra regione e datato al 2009.

“Poche settimane fa abbiamo dato stime più che incoraggianti del 2010 sulle presenze turistiche in Toscana. La nostra regione ritorna, con circa 42 milioni di turisti, ai valori pre-crisi mondiale del 2007, un risultato che non ha riscontro a livello nazionale.

Fornire cifre “ufficiali” al passato, in questo modo non serve a niente e a nessuno. Invece la crescita dell’anno scorso, elaborata dall´Ufficio region ale di Statistica della Regione Toscana su dati Istat, è stata del 1,6% pari a circa 800.000 presenze (altri centri specializzati segnalano dati superiori al 2%).

E se si guarda a Firenze, citata come città che non regge la crisi e crolla nelle referenze, la Provincia a gennaio ha definito il 2010 “un anno record”: 11milioni di pernottamenti, le perdite del biennio precedente del tutto assorbite (+ 10 per cento) e gli arrivi tutti recuperati (4,2 milioni, +13 per cento) grazie soprattutto ai turisti stranieri (+14,5 per cento), USA in testa”.
Interessanti sono anche i risultati dei flussi turistici provenienti dai Paesi BRIC: tutti e quattro i paesi (Brasile, India, Russia e Cina) vedono crescere le presenze e anche in questo caso sono le città d´arte a beneficiarne in misura maggiore. In recupero nel 2010 anche il mercato giapponese.

Anche i risultati di alcuni mercati europei vanno bene, come quelli rela tivi alla Francia, che continua a crescere collocandosi ai primi posti come mercati esteri di riferimento; la Germania registra situazioni diversificate fra area e area con cali in alcune zone del nostro territorio e lievi recuperi in altri. Anche la Spagna, che registra una ulteriore crescita nel 2010, si consolida e diventa un ulteriore valido mercato estero, così come la Gran Bretagna e l´Olanda che crescono, ma a ritmi inferiori e diversificati fra area e area.

Tra le principali risorse turistiche, tirano il turismo d´arte (+6,3 per cento) e il termale (+5), positivo il turismo rurale (+1,7%) mentre in difficoltà risulta il balneare (-2,8) e la montagna (-6,5). Su questi ultimi dati influisce sicuramente il calo delle presenze italiane (-2,2per cento) che sono largamente predominanti in questi prodotti turistici.

“Dovremmo invece fare una riflessione comune su un altro fattore – conclude l’assessore Scaletti -. A fronte dell’aumento delle presenze, continuiamo a vedere contrarre i fatturati d’impresa.

Questo vuol dire naturalmente che la crisi morde davvero, che la gente si muove con altri criteri. Qui davvero occorre uno sforzo comune tra operatori, categorie e istituzioni per individuare ricette all’altezza di questa sfida e tornare ad un rendimento economico adeguato”.

21/03/2011 20.06
Regione Toscana

domenica 20 marzo 2011

Turismo in Italia: tendenze e caratteristiche

Il turismo italiano, nei primi nove mesi del 2010, ha fatto rilevare riduzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia sul fronte delle presenze (-1,3%), che, più lievemente, su quello degli arrivi (-0,4%).
A riportare le maggiori criticità, secondo i dati Istat, sono stati gli italiani, che hanno generato 43 milioni di arrivi e circa 180 milioni di presenze, in calo entrambi, del 3,5%.
Le incertezze legate al lavoro e alle ridotte disponibilità economiche hanno portato gli italiani a rivedere le loro scelte di consumo, talvolta subordinando le stesse partenze a eventuali offerte dell’ultimo minuto. Parallelamente, le presenze hanno subito gli effetti della ricerca di una maggiore convenienza grazie ai soggiorni spesi nelle seconde case o come ospiti di parenti e amici.
Dei comportamenti degli italiani ne hanno risentito maggiormente le strutture ricettive di natura extralberghiera, con arrivi e presenze in calo di oltre il 4%, mentre gli esercizi alberghieri si sono attestati su contrazioni del -3,2%.
Anche in questo caso, la maggiore rigidità dovuta alle aperture stagionali e a una minore flessibilità rispetto alla variabile prezzo, contribuisce a spiegare il quadro di un turismo che fatica ancora ad uscire da una crisi economica e finanziaria di portata ampia.
Fa ben sperare, invece, la ripresa del turismo internazionale di cui ha beneficiato anche il nostro paese. L’appeal dell’Italia, infatti, resiste tra gli stranieri e la domanda turistica estera, nei primi nove mesi del 2010, è aumentata, raggiungendo quota 35 milioni e 800 mila arrivi, +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2009 e 141 milioni di presenze (+1,7%).

2009: panorama statistico
L’andamento rilevato nei primi nove mesi del 2010 fa seguito ad un 2009 di sostanziale stabilità, che ha registrato un numero complessivo di arrivi pari a circa 95 milioni e mezzo (-0,1%) e un volume di presenze totali superiore a 370 milioni e mezzo (-0,8%).

I comportamenti dei turisti italiani e stranieri nel 2009 sono stati diversi rispetto a quelli che si vanno configurando secondo i primi dati Istat 2010. Il settore, infatti, ha tenuto soprattutto grazie alla domanda italiana, che ha preferito le destinazioni interne. Gli arrivi di italiani, pari a 54 milioni e 300 mila, sono risultati in aumento del 1,2% rispetto al 2008, mentre le presenze (211 milioni e 200 mila circa) sono rimaste pressoché stabili (-0,3%).
Gli stranieri, invece, complessivamente circa 41 milioni e 100 mila, sono diminuiti (-1,6%) generando anche un minor numero di pernottamenti (-1,4%), corrispondente a circa 159 milioni e 500 mila.
La situazione di sostanziale pareggio è stata determinata da un calo delle imprese alberghiere (-2% nelle presenze e -1% negli arrivi), unito, contemporaneamente, ai buoni risultati raggiunti dal settore complementare (+4,3% negli arrivi, + 1,8% nelle presenze).
Oltre il 66% dei pernottamenti totali sono concentrati nelle strutture ricettive alberghiere, soprattutto di categoria media (3 e 4 stelle). Il restante, si distribuisce fra gli esercizi complementari, preferendo soprattutto campeggi, villaggi turistici e alloggi in affitto.

La permanenza media del soggiorno dei turisti in Italia ha sfiorato i 4 giorni, rimanendo quasi invariata rispetto al 2008.
Le regioni più visitate, in termini di presenze, sono state: Veneto (60 milioni 400 mila), Trentino-Alto Adige (43 milioni 300 mila), Toscana (40 milioni 900 mila), Emilia Romagna (38 milioni 200 mila) e Lazio (30 milioni 450 mila), mentre la top 5 delle province vede nell’ordine: Venezia, Bolzano, Roma, Rimini e Verona.
Se le città di interesse storico-artistico hanno confermato il loro appeal, soprattutto tra gli stranieri (91 milioni di presenze complessive), sono state le località balneari quelle più frequentate dai turisti, registrando quasi 117 milioni di presenze.
I mercati esteri che più amano il nostro paese sono stati Germania (47 milioni e 300 mila presenze), Paesi Bassi (10 milioni e 800 mila presenze), Regno Unito e Francia (entrambe circa 10 milioni e 400 mila), mentre fra i Paesi extra-Ue primeggiano Stati Uniti (10 milioni) e Svizzera (7 milioni e 300 mila).
FONTE: ISTAT

domenica 13 marzo 2011

Foto dell’hotel: tutti gli errori da evitare

Per il cliente che si appresta a soggiornare per la prima volta in una struttura, non c’è niente di peggio che sentirsi ingannato “a prima vista”. Da quel momento il suo atteggiamento sarà critico verso ogni servizio e, a meno di non fare miracoli in corso d’opera, c’è da scommettere che non rimarrà soddisfatto del soggiorno.

Come è possibile che ciò accada? Semplice, mostrando un’immagine dell’hotel che non corrisponda a quella reale. Nello specifico, parliamo del materiale fotografico del sito. Troppo spesso capita di trovarsi di fronte ad inverosimili gallery fatte di luoghi paradisiaci, spiagge da mille e una notte e mari dei Caraibi in Riviera Adriatica che altro non sono che il frutto di acrobazie grafiche e abusi di Photoshop. Con il risultato di deludere e indispettire i clienti che vedono disattese le proprie aspettative prima ancora di mettere piede dentro la struttura.


Mari troppo azzurri, cieli troppo blu, tramonti troppo rosa, ospiti troppo belli, camere troppo grandi e lussuose per pensioni di periferia. Il sito Oyster.com ha fatto un interessante quanto impietoso raffronto fra le foto mostrate sui siti di alcunio hotel statunitensi e la (spesso desolante) realtà.
Abbiamo visto come i clienti siano sempre più scettici verso le recensioni. Ancora di più lo sono verso il materiale fotografico. Basti vedere le differenze che talvolta incorrono tra le fotografie pubblicate sul sito e quelle scattate dagli utenti e postate sui siti di recensioni. Valorizzate la vostra struttura e i suoi punti di forza, consultatevi con dei professionisti, ma non commettete mai uno di questi errori:

1. Fenomeno Sexy Lady

Per motivi di privacy, nelle foto inserite nel sito non possono essere incluse immagini che mostrino i reali clienti dell’hotel. Che spesso vengono sostituiti con modelle bellissime, in bikini succinti e pose accattivanti. L’effetto generato è qualche volta l’esatto contrario di quello desiderato: troppo plastico e artificiale, oltre che di dubbio gusto. Ovviamente, non c’è niente di male nel mostrare una bella ragazza seduta al bancone del bar, ma si consiglia di utilizzare toni più “familiari”. Meglio utilizzare modelli più naturali e vicini al vostro target.

2. Il mito della spiaggia deserta

Relax è diventata la parola d’ordine nei testi promozionali di molti hotel. Il mito della vacanza tranquilla e rilassante in una spiaggia deserta si fa sempre più strada e molti hotel giocano la carta della vacanza all’insegna della pace e della serenità anche quando…non è vero. Se le spiagge sono in realtà affollate, organizzate eventi e feste e puntate sull’ intensa vita notturna, piuttosto che pubblicare foto di oasi inesistenti.

3. La magica arte di tagliare le piscine troppo piccole

Se la piscina è piccola è piccola. Potete fotografarla da una determinata angolazione per dare un’immagine migliore, ma mostrarne soltanto una porzione lasciando credere che quella ne sia una piccola parte, è un’idea che èpotrebbe risultare nociva e deludere l’aspettativa del cliente. Valorizzate la piscina, abbellitela, utilizzate le luci migliori, ma non cercate di ingannare i vostri clienti con questa tecnica che purtroppo sta diventando sempre più comune.

4. Il monumento è vicino, ma non così vicino

La vicinanza a monumenti e luoghi di interesse è sempre un motivo di grande attrazione. Ma se un monumento è ad una certa distanza, a meno di non spostare fisicamente l’hotel, non potete certo avvicinarlo, tantomeno con Photoshop. Capita infatti di vedere immagini di hotel che, grazie ad un lavoro di ingrandimento grafico, mostrino chiese o monumenti molto più vicini alla struttura di quanto non lo siano in realtà. Questa è una tecnica che potrebbe farvi perdere davvero i clienti prima ancora che arrivino, nel momento in cui si rendono conto che la tanta prossimità è stata solo millantata. Invece di manipolare le immagini, fate scattare delle belle foto dalle stanze con la migliore panoramica sul posto che vi interessa e puntate sulla splendida veduta.

5. I colori esageratamente alterati

Se le vostre camere hanno dei colori un po’ spenti, dipingete le pareti, compensate con coperte e accessori vivaci, ma non esagerate con l’alterazione digitale dei colori. Meglio puntare su un’atmosfera “soft” invece di far credere agli ospiti di aver prenotato una stanza dai colori molto intensi. La sua delusione la farà apparire ancora più grigia di quanto in realtà non sia. Lo stesso vale per l’acqua della piscina, il cielo e il mare. Valorizzate quello che avete, ma non inventate colori che non esistono.

6. Fiori e piante che scompaiono

Se non avete la possibilità di mantenere piante all’interno dell’hotel, evitate di affittarle per i servizi fotografici e poi restituirle. Non fate della vostra struttura una giungla tropicale per poi far sparire il tutto e lasciare il povero cliente con un senso di vuoto e di spoglio. Lo stesso vale per gli accessori posizionati ad hoc e poi rimossi una volta scattata la foto. Se ritenete che le vostre camere non siano adeguatamente accessoriate per le foto, prendete provvedimenti e rendetele più gradevoli per i vostri ospiti in modo da non essere costretti a “bluffare”, deludendo i clienti al loro arrivo, come è successo nei casi dei signori che hanno lasciato queste recensioni su TripAdvisor:

“We chose this hotel because after looking at the website it seemed perfect for children and looked very beautiful. Unfortunately the hotel and especially the grounds of the hotel look nothing like the photo’s. The outdoor swimming pool had no water in it and the paving around the pool was broken and full of weeds (…) I have taken photo’s to prove this.”

“The photos online showed nice comfy-looking beds in a reasonably spacious room. The front of the building was fine, service was a bit frosty, but at the back where the rooms are, the amount of rats sent scurrying by us was fairly shocking, the entrance to their tunnels were obvious and right next to the path, so it’s not like management wouldn’t have known they were there. The place smelt rank and musty.Woodwork was rotting. The room was a farce. We had booked a triple room, we got a double bed with low trundle – there was not one inch of clear space! The bed and trundle was exactly the size of the room. Impossible to get to the toilet!

FONTE: http://www.bookingblog.com

martedì 8 marzo 2011

Terme, fulcro della strategia regionale di rilancio

''Montecatini, come tutto il settore termale toscano, e' al centro di una strategia di rilancio da parte della Giunta regionale. La Regione non ha alcuna intenzione di allontanarsi dalle terme, che
considera parte importantissima della nostra economia. Tanto piu' in un momento che vede le cifre affermare una ripresa nel 2010 proprio in questo settore''. Ha voluto innanzitutto sgombrare il campo da equivoci l'assessore regionale al turismo Cristina Scaletti, intervenendo nel rinnovato Palazzo del turismo di Montecatini presentato dalla presidente della Provincia Federica Fratoni, all'incontro con operatori e amministratori che ha concluso la giornata nel pistoiese sulla nuova organizzazione gestionale e promozionale del settore turistico.
''E' pero' vero che nelle linee politiche del governo regionale - ha proseguito Scaletti - esiste l'obiettivo di separare in modo definitivo l'aspetto gestionale, che dovra' trovare risposta sul mercato, da quello proprietario. Questo progetto, che riguardera' enti fieristici e termali, fa parte delle linee di governo ormai diffuse e anche normate, ma non dovra' avere nessun aspetto traumatico. Sara' portato avanti alla fine del percorso di valorizzazione delle strutture, sia sul piano strutturale che promozionale, gia' avviato da tempo''

L'assessore Scaletti ha poi sottolineato, dopo aver percorso le considerazioni di carattere generale gia' avanzate nell'incontro della mattina a Pistoia, alcuni aspetti che interessano particolarmente Montecatini, come ad esempio i Mondiali di ciclismo 2013 assegnati alla Toscana, un'occasione che non puo' essere mancata. E poi la necessita' di comprendere l'importanza di far parte di un marchio, il ''marchio Toscana'', che e' un valore aggiunto da non trascurare. Un vero punto di partenza per capire la necessita' ormai ineludibile di costruire offerte turistiche incrociate, pacchetti integrati all'interno dei quali viene costruito un percorso nel quale le terme possono assumere anche valenze nuove, legate alle nuove politiche di benessere, oppure di mix arte/terme.
LA NAZIONE

domenica 6 marzo 2011

Il turismo apuano mette le ali

SI MUOVE la Camera di Commercio per promuovere il territorio e il turismo. Alla crisi che italiani ed europei stanno attraversando da tempo si è aggiunta la chiusura delle Apt e il territorio si è ritrovato ‘isolato’. In attesa che il lavoro di Toscana Promozione cominci a dare i primi frutti, la Camera di Commercio di Massa-Carrara, chiamata ad una sinergia dalla Provincia, ha deciso di investire il proprio tempo e, soprattutto, il proprio denaro per promuovere il territorio. «Bisogna cambiare il modo di fare promozione turistica — ha detto il presidente della Provincia, Osvaldo Angeli —: abbiamo un territorio dalle mille potenzialità ma non abbiamo (tutti) saputo valorizzarlo». Del resto, come ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Norberto Ricci, «il turismo è vitale e non ci possiamo permettere di attendere ancora».



Ed ecco, allora, che con l’assessorato al Turismo di Sara Vatteroni e con Marina Babboni (dirigente della Provincia e Commissaria per l’Apt) sono state organizzate una serie di iniziative che porteranno le tipicità del territorio nei mercati dell’Europa centrale e del Nord. Il piano di azioni concordato prevede la partecipazione alla XXXI edizione della Fiera Tirreno Ct che prende il via domani nei padiglioni di CarraraFiere, ma anche la realizzazione di due missioni di operatori stranieri in Italia: delegazioni provenienti da Olanda, Germania, Svizzera ed Austria arriveranno nei mesi di aprile e di maggio e con la collaborazione degli operatori del settore turistico, agroalimentare e vitivinciolo saranno saranno mostrate loro le bellezze e le caratteristiche dell’intero territorio, valorizzandolo in ogni aspetto. E ancora, l’accordo prevede la partecipazione alla manifestazione «Magic Italy in tour», sponsorizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Ministero del Tursimo in collaborazione con Enit, che si propone di raggiungere ben 25milioni di persone. «Il momento non è facile — ha detto Norberto Ricci —. Basti pensare che con la chiusura dell’Apt, non c’è in giro un dépliant del territorio. Dobbiamo agire: porteremo noi il territorio in giro per l’Europa. Se gli altri non si muovono, andiamo avanti noi».



E così, dal 24 marzo al 29 maggio la Camera di Commercio provinciale porterà in Europa le eccellenze del territorio (turismo, enogastronomia, moda, arte e artigianato). «Magic Italy in tour» è un evento itinerante che invaderà le piazze di Vienna, Monaco, Berna, Stoccarda, Berlino, Bruxelles, Amsterdam, Amburgo e Parigi. Ed ecco, allora, che le aziende e gli operatori interessati a mettere in questa grande vetrina europea il proprio prodotto possono rivolgersi all’ufficio Promozione per l’estero della Camera di Commercio o al Servizio Turismo della Provincia. Conclude Ricci: «Valorizzare il territorio e, soprattutto il nostro entroterra che ha potenzialità enormi, vorrebbe dire anche dare risposte importanti dal punto di vista occupazionale. Il che sarebbe una grande boccata d’ossigeno per tutti». La Camera di Commercio si muove, ma chiede che le amministrazioni comunali la mettano in condizione «di avere un prodotto da vendere. Come dire, l’acqua deve essere balneabile, l’erosione deve arrestarsi...».
FONTE: la nazione