E’ ANCORA la regione più gettonata d’Italia e la più venduta nel mondo dai tour operator. Ma il primato non basterà a stabilire anche quello delle presenze durante le vacanze di Natale e la Toscana si avvia così a chiudere il 2009 con un pesante passivo nel settore turistico. Salvo miracoli dell’ultima ora. O meglio, dell’ultimo minuto.
L’unica speranza di salvare il salvabile, infatti, resta proprio il «last minute», sulla scia di quanto avvenuto in estate per il balneare: fino a metà luglio sembrava la stagione più nera degli ultimi cinquant’anni poi, nel giro di una settimana, è arrivata la svolta di agosto che ha permesso non solo di evitare il tanto temuto tracollo, ma addirittura di confermare la sostanziale tenuta del 2008. E se l’Italia occupa l’ultimo posto nella classifica europea per l’utilizzo di Internet, come si deduce dall’ultimo rapporto di Confturismo, la Toscana registra medie nettamente più alte: prenotazioni e acquisti con il last minute sfiorano ormai il 40% e più in generale il web, attraverso tutti i suoi canali (compresa la posta elettronica), determina circa il 55% del movimento turistico. Il motivo per cui la Regione, nell’ultima campagna promozionale, ha deciso di puntare con notevoli investimenti sullo sviluppo di questo fenomeno.
Fenomeno che adesso diventa decisivo per le città d’arte, mèta tradizionale delle vacanze natalizie e finora con prenotazioni (riguardo alle presenze) in calo del 10%. «Si tratta di stime approssimative, aspettiamo la metà di dicembre per elaborare previsioni più attendibili proprio per l’incidenza di una nuova filosofia della vacanza, generata in parte dalla comodità di progettare il viaggio a tavolino e in parte dalla crisi economica», spiega Alessandro Tortorelli, presidente del Centro Studi Turistici. «Oggi - continua - chi acquista vuol esaminare tutte le soluzioni possibili, confrontare i prezzi e rinviare il più possibile la scelta anche per verificare le condizioni climatiche della destinazione. La vera discriminante, quest’ultima, dei week-end e dei ponti brevi come l’Immacolata: l’anno scorso per esempio, grazie alla neve, per il turismo di montagna è stata una stagione eccellente».
Certo è che dopo l’exploit di fine estate, negli ultimi due mesi si segnala una ricaduta intorno all’1,5%. E in attesa dei primi concreti segnali di ripresa, previsti a primavera 2010, l’ottimismo di oggi si fonda più che altro sulla buona volontà. «Volontà e grande impegno, da parte delle categorie e delle istituzioni, per arrivare ad una soluzione condivisa che valorizzi il turismo come patrimonio universale, non esclusivo», sottolinea Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze. E aggiunge: «Finalmente abbiamo capito che per tornare competitivi bisogna unire le forze e anticipare i tempi della promozione».
Nel frattempo si continua a stringere la cinghia sui costi anche per mantenere il livello occupazionale. Così se il mercato del lusso può permettersi ancora camere da 400-500 euro nel capoluogo tocano, sotto la Torre di Pisa o in piazza del Campo a Siena, i 4 stelle confermano la politica al ribasso che grazie al rapporto qualità-prezzo ha permesso loro di salvarsi anche dalla concorrenza selvaggia dei bed&breakfast. E gli agriturismo fanno a gara nel proporre offerte stracciate per il week-end di Natale o di Capodanno: per 350 euro si può acquistare un pacchetto di due pernottamenti nel Chianti, visite guidate ai monumenti, giochi per i bambini e cenone. Al momento l’unica certezza è che a decidere le sorti del turismo invernale saranno ancora una volta gli italiani, la voce attiva più consistente di questo 2009 che continua a soffrire la contrazione del mercato tedesco e soprattutto di quello legato all’area del dollaro. Per tutto il resto si può solo sperare. Anche perché non costa nulla.
FONTE: LA NAZIONE
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domenica 6 dicembre 2009
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