Anche se alcuni di voi avranno sicuramente già trascorso le proprie vacanze estive, non è detto che una breve escursione di un paio di giorni, o magari la classica gita fuori porta dalla mattina alla sera debba necessariamente attendere il prossimo anno.
Si tratta di un itinerario, infatti, a tratti classico, a tratti alquanto sui generis… Classico perché si tratta di una delle città più belle del mondo e più visitate d’Italia, Siena e, al tempo stesso sui generis perché, anche se ci siete già stati, non l’avete sicuramente vista sotto queste vesti, per cui fidatevi, una visita a Siena val sempre la pena!
Siena, così come la Toscana in generale, nasconde un’altra faccia che le classiche guide turistiche non includono nei loro itinerari e che addirittura pochi toscani conoscono; è la faccia che si nasconde dagli occhi indiscreti e scrutatori di chi cerca solo scatti fotografici da cartolina, di chi si accontenta di dire “Anch’io sono stato qui“, senza interessarsi di cercare fra gli angoli più bui e nascosti qualche misterioso segreto. Perché, dovete sapere, che tutta l’Italia, ma in particolare la Toscana, è costituita da una serie di strati sovrapposti di popoli, culture, tradizioni e storia, e più si scava nel sottosuolo, più si fanno scoperte mirabolanti. Quando ciò che si trova non viene ricoperto nuovamente dalla terra, come “a voler rimettere tutto al suo posto” (per svariati motivi, dalla mancanza di fondi destinati agli scavi archeologici, alla sconvenienza di determinate scoperte), il sottosuolo restituisce alla realtà e all’attuale civiltà pezzi di storia e opere di straordinaria ingegneria artistica, tecnologica e architettonica, a testimonianza della grandezza dei nostri predecessori.
Avete mai sentito parlare dei bottini di Siena? Non si tratta né di tesori nascosti, né del sistema fognario della città, bensì di cunicoli (questo il significato della parola, che deriva dalle volte a botte che li ricoprono) che attraversano per circa 25 chilometri il sottosuolo di Siena. Un’altra città sotterranea, che scorre parallelamente alla città che tutti (o quasi) conosciamo, ci apre le sue porte per far sì che un altro pezzo di storia possa esser portato alla luce.
Siena, infatti, è nata e si è sviluppata lontano da fiumi o corsi d’acqua naturali, motivo per cui sin dall’antichità si rese necessaria la costruzione di un sistema idrico sotterraneo che attingesse da falde acquifere vicine e che portasse l’acqua alla città attraverso un sistema di cunicoli e gallerie scavati nella roccia. La costruzione di questo complesso sistema di gallerie sotterranee ebbe inizio nel XII – XIII secolo ed è tuttora testimonianza delle conoscenze e delle capacità ingegneristiche, architettoniche e tecnologiche del periodo. L’impegno e la dedizione che gli ingegneri e gli studiosi misero nello sviluppare l’acquedotto, così come l’organizzazione che nacque intorno alla gestione dell’acqua e alla manutenzione della rete sotterranea, è testimonianza del valore fondamentale che questo elemento assunse presso la cultura locale (anche se l’acqua è di per sé un bene dal valore inestimabile). Insieme agli acquedotti, nacquero le cosiddette fonti, ovvero bacini di approvvigionamento idrico di cui la città si serviva per i molteplici fabbisogni (alimentare, igienico, casalingo, artigianale). Sorsero inizialmente nei punti più strategici della città (laddove la posizione favoriva il naturale sgorgare dell’acqua) ed erano costituite da tre vasche di raccolta e differente utilizzo dell’acqua. Oltre ad essere splendidi esempi di architettura perlopiù rinascimentale, divennero col tempo delle vere e proprie fortificazioni che assunsero il ruolo di avamposti della città.
Oggi il vecchio sistema idraulico (che dal XV secolo non ha più subito sostanziali modifiche) è stato sostituito da un moderno acquedotto, che fornisce acqua ai cittadini, ma le fonti, e le fontane, sempre presenti vengono alimentate dagli antichi bottini. E a Siena, si sa, le tradizioni e i simboli hanno da sempre assunto un valore particolare: ogni contrada, infatti, ha la sua fontana che ne reca il simbolo distintivo, ed è parte integrante della vita sociale del quartiere.
E’ possibile prenotare (vi raccomando con largo anticipo) delle visite guidate nei cunicoli sotterranei e nei cosiddetti luoghi dell’acqua della città contattando l’Associazione La Diana.
E se anche voi, come gli antichi lavoratori dei bottini, durante la visita alle gallerie sotterranee, cominciate a vedere spiritelli malvagi o simpatici omuncoli dall’aspetto un pò invecchiato, non abbiate paura, forse è solo colpa del buon Chianti che magari avete appena sorseggiato…o forse no…
FONTE: http://tuscany.travel
lunedì 30 agosto 2010
Una metropoli idrica a Siena
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