martedì 29 marzo 2011

Nuovi Turismi: viaggiare al tempo di Internet

Heaven: tra le locations c’è anche la residenza dell’occultista Aleister Crowley, vicino al Lago di Loch Ness, comprata e poi rivenduta dal chitarrista Jimmy Page.

Poi si può andare sul blog Google Maps Mania e scegliere un viaggio, lasciandosi ispirare dai post di matrice cultural geografica. Poi si può scorrere l’elenco di siti come http://keirclarke. googlepages.com/directory.htm e passare alla fase operativa, cliccando sui link che portano alle varie mappe. Vale la pena ricordare che, una volta che si è preso gusto a questo tipo di viaggio, si possono approfondire certe emergenze architettoniche prendendo spunto dal blog Google Sightseeing, che comprende ponti, vulcani, stadi, location di fi lm. Sul sito Google Earth Hacks ci sono varie chicche, come la mappa di Pippi Calzelunghe a Taka-Tuka. Con Google Maps, poi, si possono individuare le location di Desperate Housewives, mentre con Google Geografie virtuali 17 Earth si può zoomare su Wisteria Lane, per veder bene come è fatta la celebre strada. Un must è anche l’isola di Lost, da esplorare palmo a palmo a passo di mouse. Infi ne, su Google Maps ci possono essere anche dei video “georeferenziati”: signifi ca che a una certa indicazione su una mappa corrisponde anche un video girato in quel luogo.

Turismatica - Da qualche tempo tour operator, agenzie di viaggio e linee aeree si avvalgono notevolmente delle possibilità off erte da Internet. L’offerta è molto vasta: si spazia dai siti che vendono voli e viaggi a prezzi competitivi, fi no a veri e propri social network di viaggi dove si possono condividere le proprie impressioni su un albergo o su una certa destinazione, e chiedere consiglio su un viaggio a chi frequenta quello stesso sito web. In tal senso, si tende a organizzare sempre più il proprio viaggio grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Un trend importante, che ha comportato anche la creazione del neologismo “turismatica”, composto da turismo e informatica. Questo termine indica un nuovo modo di fare turismo nell’era del web 2.0: infatti con l’avvento di una Rete legata alla condivisione e alla partecipazione, le potenzialità di Internet non si esauriscono nella possibilità di acquistare un biglietto senza muoversi da casa o di fare il check-in elettronico con il proprio computer. Grazie a siti come TripAdvisor, Venere.com o Expedia, è cambiato radicalmente il modo di promuovere le destinazioni e di organizzare il viaggio.

Tecnoturismo (o Flashpacker tourism) - Nell’immaginario turistico il giovane con lo zaino in spalla è l’emblema classico del viaggiatore. Personaggi simili se ne incontrano continuamente nelle stazioni e negli aeroporti di tutto il mondo. È l’icona di chi viaggia con pochi soldi ma con tanta voglia di conoscere nuovi luoghi e nuove culture. O almeno, era così fi no a un po’ di tempo fa, perché adesso le cose sono cambiate. Fino a qualche anno fa si parlava molto di backpacking, cioè di turismo con lo zaino in spalla, un modo di viaggiare che continua a riscuotere grande successo ma che non è più di moda.

I giovani di oggi, i nativi digitali, quelli nati con Internet e con i mondi virtuali, non si riconoscono più nel turismo degli zaini pieni e dei portafogli vuoti. A questo proposito, nel sito Travoholic.com è stata definita acutamente la differenza fra Geeky Flashpacker e Minted Flashpacker, dove il primo tipo di viaggiatore punterebbe soprattutto sulla tecnologia spinta, l’altro, invece, coniugherebbe tecnologia e lusso. In poche parole, il Geeky Flashpacker preferisce stare in ostello pur d’avere il nuovissimo gadget di cui ha letto su Wired; il Minted invece si accontenta di un gadget di penultima generazione ma non rinuncia all’hotel di charme, dove chattare con gli amici di Facebook davanti al camino. Ma sono distinzioni minime: in generale va notato che i viaggiatori dell’era di Second Life, quando non visitano qualche universo sintetico, si muovono con un armamentario tecnologico che non fa rimpiangere la loro cameretta da geek, equipaggiata con ogni sorta di ritrovato tecnologico per essere sempre connessi con il mondo. E così sono nati i flashpackers, che sono sempre turisti con il mega-zaino d’ordinanza - quello che ostruisce i passaggi nei corridoi dei treni e che prende tre posti nel metrò - ma che hanno un approccio diverso con le cose da portar via per il loro viaggio. Il flashpacker in genere è un nomade abbiente che viaggia con più gadget tecnologici di un marine in missione: del suo corredo fanno parte lettori mp3, smartphone, iPad, videocamere digitali e computer portatili. I flashpacker amano essere “always on”, stare sempre connessi a Internet, e mentre viaggiano raccontano agli amici quello che fanno sui social network e sui blog, in modo da essere ben presenti nella community. E se la sera i backpackers (che in genere sono i loro padri e gli zii) si riunivano in spiaggia o nell’ostello per ascoltare il repertorio standard di quello che sapeva suonare la chitarra (in verità spesso non si andava molto oltre il giro di sol e di do), adesso i flashpackers si raccolgono attorno a quello che ha l’iPad dopo essersi ripresi tra loro con la videocamera per documentare in tempo reale su Youtube il loro viaggio.
© 2011 Morellini Editore

Tratto da Nuovi Turismi. 100 alternative al classico viaggio, pp. 207, euro 14,90

1 commento:

  1. Salve!

    Siamo un gruppo di studenti dell' Università di Urbino Carlo Bo che in collaborazione con il Centro Studi Etnografia Digitale abbiamo condotto un'indagine sul fenomeno dei backpacker e degli ostelli nell'era del web 2.0. Dato che abbiamo preso in considerazione anche il fenomeno dei Flashpacker, ci piacerebbe che Lei partecipasse al dibattito su quanto emerso dalla nostra indagine direttamente dalla pagina www.etnografiadigitale.it. Il link dell'articolo in questione è http://www.etnografiadigitale.it/2011/05/backpackers-e-ostelli-nell%E2%80%99era-del-web-2-0-un%E2%80%99indagine-netnografica/.
    La ringraziamo preventivamente e per domande o richieste la invitiamo a contattarci.

    Antonietta

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