“Nel 2011 il movimento turistico nel territorio provinciale ha fatto registrare un andamento positivo, considerato che provenivamo da un 2010 di sostanziale stallo. I primi dati disponibili, ancora non definitivi, dimostrano il consolidamento di un trend positivo che ci conferma come seconda provincia a livello regionale, per presenze, e decima a livello nazionale”. Così l’assessore provinciale al turismo, Paolo Pacini, commenta i dati sul mercato turistico nella provincia di Livorno nel 2011, elaborati dall’Osservatorio turistico di destinazione (NECSTOUR) in collaborazione con il Centro Studi Turistici. Sono, infatti, +6,5% gli arrivi e +5,3% le presenze nel territorio livornese, con circa 80 mila nuovi arrivi, e una dato complessivo di presenze che si attesta oltre gli 8,5 milioni.
Di particolare rilievo i numeri relativi agli stranieri, cresciuti di un buon 7%. “Un dato estremamente positivo – aggiunge Pacini – perché significa che i prodotti turistici del territorio provinciale mantengono la competitività a livello internazionale, con una ripresa importante dei mercati tedesco, olandese e svizzero”.
Dai dati emerge anche una crescita della ricettività di alcune tipologie di strutture, che conferma l’affermarsi di quelle rivolte in particolare alle famiglie (RTA e CAV).
“Un elemento su cui riflettere – sottolinea Pacini – è invece la perdita di competitività da parte degli alberghi 4/5 stelle, che registrano una flessione del 2% di presenze. Occorre capire quali possono essere i motivi, rispetto alla qualità dei servizi offerti e ai prezzi applicati”.
Sul piano dei risultati complessivi, la Costa degli Etruschi rileva una crescita del 6,6% di arrivi e del 5,7% di presenze. Decisamente positiva anche la performance dell’Arcipelago toscano che ha registrato una importante inversione d tendenza, +6,4% arrivi e +4,3% presenze, ma con un +11% di presenze straniere che consolida l’andamento positivo dei mercati esteri. “Segnali positivi sono venuti anche dal mercato russo – aggiunge l’assessore – grazie ai voli che atterrano all’aeroporto di Pisa”.
I segnali positivi riguardano anche l’allungamento della stagione, che vede un aumento del tasso di occupazione delle strutture del 30%. Oltre al classico picco di presenze nei mesi estivi, i dati evidenziano una crescita di presenze anche nei mesi di aprile, settembre e ottobre. “Una buona notizia – commenta Pacini – perché significa che anche i periodi di bassa stagione cominciano ad essere attrattivi. Questo deve essere un stimolo in più perché gli operatori lavorino su adeguati prodotti che attirino diversi segmenti di mercato”.
Aumenta anche l’offerta ricettiva del territorio. Nel 2011 sono state aperte 42 nuove strutture che portano i posti letto a 2722. La parte del leone la fanno quelle a carattere extralberghiero che rappresentano ben il 72% del totale.
A fronte di una stagione complessivamente positiva, l’impatto con il fatturato non lo è stato altrettanto.
“I movimenti registrati – dice Pacini – non sono andati di pari passo con l’aumento delle presenze e ciò ha comportato un effetto negativo sull’economia diffusa. Commercio, artigianato e ristorazione hanno risentito fortemente l’effetto della crisi e della diminuita capacità di spesa delle famiglie, che magari non rinunciano alla vacanza ma sono più attente a quello che spendono”.
Questo aspetto desta qualche preoccupazione anche per la stagione che sta per aprirsi. Le previsioni indicano, infatti, una possibile depressione della domanda italiana, che rappresenta il 65% del movimento turistico, dovuta alla fase di recessione generale. Tale calo dovrebbe essere parzialmente compensato dalla crescita tendenziale del mercato straniero. “Il 2012 potrebbe essere un anno difficile – afferma Pacini – allora è quanto mai opportuno lavorare per aumentare la competitività del territorio. E’ necessario investire su prodotti turistici mirati, che sappiano rispondere alle tendenze dei mercati, interno ed internazionale, e ai bisogni dell’intera filiera turistica. Il turismo – aggiunge l’assessore – deve essere considerato una vera e propria “fabbrica territoriale” e tutte le componenti presenti, pubbliche e private, devono fare quadrato e concorrere alla realizzazione di prodotti innovativi ed integrati”.
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