domenica 30 agosto 2009

LE VACANZE DEGLI ITALIANI: LA PAROLA AGLI ESPERTI

Nicola Fabbri, economista e Docente di Economia del Turismo presso l’Università di Milano Bocconi: “Questo nuovo round dell’indagine consolida le informazioni su alcune tendenze già note del turismo nazionale e fa emergere alcune interessanti novità. L’elemento noto è la volontà degli italiani di fare vacanza anche con la contrazione dei budget disponibili a seguito della crisi.Indubbiamente vi è una significativa fetta di italiani che non farà delle vere e proprie vacanze (almeno un 10% rispetto ai normali anni di economia stabile) ma si tratta comunque un calo meno massiccio del previsto (vi erano scenari con 15-20% di meno). Il bisogno di vacanza è ormai troppo primario per potervi rinunciare, anche se si fa di tutto per tagliare le spese.I fatti innovativi sono le modalità con cui si tagliano le spese, che abbinano alla ormai consolidata contrazione dei giorni di permanenza anche la riduzione di molte attività alternative, dall’entertainment allo sport. La richiesta prepotente di una vacanza “slow” (+ 15% circa) in luogo di quella “activity” è in notevole controtendenza rispetto agli anni precedenti, ma si tratta di un fenomeno quasi certamente temporaneo e strettamente connesso alla crisi. La vacanza “activity” è generalmente più costosa e in tempi di crisi gli italiani preferiscono una vacanza semplice e “no frills” evitando ogni genere di spesa aggiuntiva. La maggiore preferenza data alla montagna rispetto al mare non deve invece sorprendere: il turismo balneare mostra da tempo segni di erosione, sia perché generalmente più costoso rispetto alla montagna (in estate) sia per fattori climatici. Soprattutto se vi sono avvisaglie di temperature molto calde, come quelle di questi giorni, che evocano la terribile estate del 2003, invitano una certa quota di turisti a cercare luoghi calmi e freschi come quelli montani. Infine è di particolare interesse una certa tendenza alla modifica dei mezzi di trasporto: gli italiani stanno capendo che lo spostamento in auto, in presenza di mezzi alternativi di trasporto come voli, treni e autonoleggio a tariffe accessibili, significa spesso costi maggiori sia in denaro che soprattutto in tempo (code e disagi). E questo si integra perfettamente sia con una vacanza “no frills” in tempi di crisi che in una vacanza più "activity"in tempi (speriamo) prossimamente più normali.” Paolo Colombo, ricercatore della Doxa e responsabile delle ricerche quantitative alla base dei lavori dell’Osservatorio Europcar: “La crisi di questi mesi sembra avere qualche effetto anche sulle vacanze degli italiani: sono scesi sotto la metà (49%) coloro che prevedono di fare almeno un breve periodo di vacanze nel corso dell’estate, con una riduzione di 5 punti percentuali rispetto al 2008. Anche quest’anno grande preferenza va alle località di mare, ma il binomio montagna/collina sale dall’11 al 16%, con valori più alti fra gli uomini, nella fascia d’età 35-54 e fra le persone più istruite. Emerge inoltre per il 2009 un desiderio di riposo: sono infatti in aumento (dal 32 al 43%) coloro che faranno una vacanza prevalentemente di tipo “slow”, all’insegna del riposo, del relax e del buon cibo. Se da un lato, inoltre, l’indagine ha rilevato come la maggior parte degli italiani che andranno in vacanza (53%) ritengono che avranno un budget simile a quello del 2008, dall’altro il 40% dichiarano di avere a disposizione meno soldi da destinare alle vacanze rispetto allo scorso anno (31% un po’ meno e 9% molto meno). Ciò è confermato dai dati sul low cost: nel 38% dei casi si valuteranno soluzioni low cost, solamente per il volo (16%) o per l’intera vacanza (21%). Come fare per risparmiare sul viaggio? Giocando d’anticipo, (37%) alla ricerca delle migliori occasioni, ma anche (per il 6%) "noleggiando un'auto", sapendo che su internet si trovano buoni prezzi.Marco Bolasco, Curatore della Guida dei Ristoranti del Gambero Rosso:“Dalla ricerca dell’Osservatorio emerge senza dubbio che sta cambiando il modo di fare turismo, anche se secondo me non è solo una questione legata alla crisi, ma stanno cambiando le abitudini degli italiani, sia in generale sia quando si parla di enogastronomia. Se i nostri connazionali – come si evince dall’indagine - rinunciano ai ristoranti di lusso a favore di trattorie tipiche, probabilmente sta cambiando la richiesta da parte degli italiani e il mondo della ristorazione dovrebbe andarvi incontro, concentrandosi forse ancora di più su un’offerta che va ad accontentare questa parte di consumatori, alla ricerca di un buon ristorante tipico ma di livello. Oggi la ristorazione dovrebbe provare ad allontanarsi dai vecchi modelli forse un po’ troppo sofisticati per riappropriarsi di modelli più semplici ma non per questo meno di qualità. Il momento storico legato alla crisi deve essere a mio avviso considerato quasi come un’occasione per la ristorazione per reinterpretare i nuovi bisogni degli italiani”.

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