venerdì 1 gennaio 2010

Turismo, Italia quarta nel mondo

Il settore turistico regge l’urto della crisi molto meglio degli altri comparti dell’economia nazionale e l’Italia si conferma al quarto posto nel mondo con circa trenta miliardi di euro di entrate valutarie turistiche, dietro a Stati Uniti, Spagna e Francia.

Sono questi i dati più significativi emersi dalla decima conferenza su “L’Italia e il turismo internazionale, risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2008-2009”, organizzata da Ciset, Università Ca’ Foscari di Venezia e Banca d’Italia. Un appuntamento annuale che costituisce un vero e proprio punto di riferimento per gli operatori del settore, poiché offre un’analisi puntuale dell’evoluzione dell’Italia come meta turistica mondiale e del comportamento degli italiani che viaggiano all’estero. L’aspetto che infonde maggiore fiducia quest’anno è che, nonostante la crisi, il turismo “regge” bene e si conferma fra i settori trainanti dell’economia nazionale. Per fare un esempio con qualche numero, il turismo internazionale in Italia tra gennaio e settembre 2009 ha subito un calo del 7,9% a fronte di un crollo del 23% dell’export di prodotti in generale. Ma non si pensi ad una guerra tra poveri: nell’attuale crisi economica mondiale, un passo indietro così contenuto per il settore turistico è un segno di speranza e al tempo stesso una promessa di un pronto balzo in avanti non appena il vento tornerà a soffiare in poppa. Tra ottobre 2008 e settembre 2009 i turisti stranieri hanno speso in Italia circa 29 miliardi di euro, contro i 31 e mezzo spesi nei dodici mesi precedenti. Più contenuti i consumi dei turisti italiani all’estero: 20 miliardi e 297 milioni di euro contro i 20 miliardi e 564 milioni dell’anno passato.

Nonostante la consistente diminuzione, dunque, la bilancia dei pagamenti turistici in Italia rimane positiva, con un saldo netto di otto miliardi e 758 milioni di euro. La provincia di Roma si conferma la meta italiana con il maggior afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero (quattro miliardi e mezzo di euro), pur facendo registrare un calo dell’8%. Segnali positivi arrivano dal Sud del Paese, da sempre al di sotto del potenziale per quanto riguarda le entrate da turismo incoming: il gap rispetto al resto dell’Italia si sta lentamente ma progressivamente riducendo. Negli ultimi dieci anni, infatti, le entrate valutarie nelle regioni meridionali sono aumentate del 46%, contro il +35% del Nord-Ovest, il -4% del Nord-Est e il +10% del Centro.

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