lunedì 28 marzo 2011

Un po' casa un po' hotel: vi presentiamo l' Albergo diffuso

Un prodotto turistico ricettivo italiano al 100%? Esiste. Si tratta dell'Albergo diffuso, una formula di ospitalità che sta decollando tra il pubblico di viaggiatori interessati a soggiornare in un contesto urbano di pregio, vivendo la vacanza a stretto contatto con i residenti. L'idea ha rivoluzionato le regole della ricettività turistica e punta, non solo a riqualificare borghi abbandonati o molto lontani dai tradizionali circuiti turistici, ma anche a intercettare viaggiatori in cerca di posti inusuali, privacy e servizi di ottima qualità che nulla hanno da invidiare a quelli dei migliori Hotel.

Ma vediamo di fare un passo indietro a quando comincia a diffondersi questo tipo di ospitalità turistica perfettamente compatibile con l'ambiente perchè non aggiunge cemento, non sottrae porzioni di territorio, ma riutilizza l'esistente recuperando strutture che esistono già destinate a scomparire o essere completamente abbandonate. L'idea dell'albergo diffuso nacque in Carnia nel lontano 1976 quando, in seguito al terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia, venne messo a punto un modello di ricettività alternativo per potere riutilizzare le abitazioni che erano state abbandonate dalla popolazione colpita dal sisma.

L'albergo diffuso è un modo di fare turismo a stretto contatto con i luoghi, la vita quotidiana, le tradizioni di un paese e le persone che lo abitano. In Italia sono migliaia i borghi abbandonati, i paesi fantasma destinati alla scomparsa che possono avere una opportunità di riscatto trasformandosi in Albergo diffuso (secondo l'Unione Nazionale delle Pro Loco sono 2800 i borghi che rischiano di diventare dei Paesi Fantasma). L'albergo diffuso offre gli stessi servizi di un hotel ma in maniera orizzontale non verticale come avviene nei grandi alberghi che, sempre più, assomigliano a dei condomini di periferia. Il servizio di accoglienza avviene generalmente nella piazza principale del borgo all'interno di una struttura dove è stata predisposta una reception, un bar, il ristorante, la sala lettura e gli spazi comuni agli ospiti dell' Albergo diffuso. Le camere invece sono dislocate all'interno del borgo, in pieno centro, e molto vicine tra loro. Ad oggi sono circa 80 gli Alberghi diffusi in Italia e 11 le Regioni che hanno adottato specifiche leggi che riconoscono e normano questo particolare tipo di ospitalità, mentre, altre cinque, stanno legiferando in materia.


A gestire gli Alberghi diffusi in Italia sono soprattutto i giovani che hanno ristrutturato le case dei loro nonni o degli antenati e che, dopo un esperienza lavorativa, in contesti turistici più tradizionali, hanno scelto di far rivivere luoghi ricchi di capolavori architettonici e artistici, di storia e di un passato da salvaguardare. C'è chi sostiene che l'albergo diffuso è come un “racconto” dei luoghi e delle persone che li hanno abitati.
Le Regioni più gettonate e richieste, soprattutto dai viaggiatori stranieri, sono le Marche, l'Umbria e la Toscana, tuttavia l'Albergo diffuso sta prendendo piede in tutta Italia grazie anche All'Associazione Nazionale Alberghi Diffusi che da anni si occupa di promuovere e sostenere lo sviluppo degli alberghi diffusi in Italia, tutelandone l'immagine e la reputazione presso le istituzioni pubbliche, la stampa, il sistema intermediario e la domanda turistica.

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