mercoledì 28 marzo 2012

L'Arno e l'Eroica "uniti" da una ciclopista

Firmato l'accordo tra le Province di Arezzo e Siena ed i Comuni di Bucine e Castelnuovo Berardenga

Collegare la ciclopista dell'Arno con l'Eroica attraversando territori ricchi di bellezze naturali, di storia e di cultura. E' questo l'obiettivo, che si può già dire raggiunto, del progetto sottoscritto dalle Province di Arezzo e Siena e dai Comuni di Bucine e Castelnuovo Berardenga nel palazzo comunale di Bucine. E' proprio l'amministrazione comunale la capofila dell'intervento che investe risorse importanti in una struttura che coniuga l'ambiente con lo sviluppo turistico. “Entriamo in un sistema che ha un'importanza di promozione straordinaria -, ha affermato il sindaco Sauro Testi – ma allo stesso tempo lavoriamo al recupero del territorio che porterà i primi impatti positivi proprio per chi ci vive”.

Sulle vie verdi la Provincia di Arezzo sta investendo energie e risorse, come ha spiegato l'assessore Antonio Perferi. “Da una parte arriviamo alla conclusione di un lavoro preparatorio impegnativo, dall'altra oggi parte una forte connotazione turistica destinata ad avere effetti positivi importanti, come dimostrano i risultati ottenuti da quel piccolo gioiello che è il Sentiero della Bonifica. Quello che presentiamo è un esempio di utilizzo del territorio in senso positivo, nel quale uniamo interventi tra loro anche molto diversi quali, ad esempio, la realizzazione della cassa di espansione di Ambra che è stata fatta tenendo conto di questo disegno”.

Di mobilità dolce come forma di sviluppo ha parlato il vicesindaco di Castelnuovo Berardenga Fabrizio Nepi mentre il vicepresidente della Provincia di Siena Alessandro Pinciani ha sottolineato la rete di itinerari già presente nei territori delle due province interessate. L'itinerario turistico che sarà realizzato sarà lungo 39 chilometri, avendo come estremi l’abitato di Levane a nord e quello di Castelnuovo Berardenga a sud, ed è ricompreso in gran parte nel comune di Bucine.

Dal circuito di reti ciclabili urbane di Levane, connesse già con il percorso della istituenda ciclopista dell'Arno, si prosegue in direzione Mercatale Valdarno seguendo viabilità secondarie comunali e vicinali. Da Mercatale sino ad Ambra saranno utilizzate strade comunali in prevalenza non asfaltate che collegano piccole frazioni e sono sottoposte ad transito esiguo di autoveicoli. Ad ogni intersezione con altre viabilità saranno apposti elementi di segnaletica verticale con indicazioni sulle località aventi interesse storico ed architettonico presenti lungo il tracciato dell’itinerario, come il ponte romanico di Pogi o la Torre di Galatrona, facilmente visitabili con brevi deviazioni dall’itinerario principale. Ad Ambra l'itinerario percorre le pertinenze fluviali del torrente omonimo lungo le sistemazioni fluviali realizzate recentemente per la messa in sicurezza dell'abitato, fino ad arrivare a Badia a Ruoti: da qui, tramite viabilità comunali sterrate, si raggiunge la strada provinciale n. 540 della Valdambra e poi la strada comunale asfaltata per Montebenichi. Dal bivio per Montebenichi l’itinerario continua in direzione dell’abitato di Castelnuovo Berardenga tramite viabilità secondaria sterrata e successivamente percorrendo un tratto di strada provinciale di Siena, la 484 del Castello di Brolio, che presenta bassi volumi di traffico compatibili con la presenza di un itinerario turistico. “E' un progetto fatto da persone che conoscono il territorio e diventerà il più importante itinerario nord-sud su scala nazionale, come da indicazione dell'Unione Europea”, ha concluso l'Ingegner Riccardo Buffoni della Provincia di Arezzo. Il progetto, che prevede una spesa di 450.000 euro e sarà presentato in Regione Toscana entro al fine del mese per l'accesso ad un cofinanziamento nell'asse del turismo.

mercoledì 21 marzo 2012

Turismo in Maremma, le presenze straniere segnano un lusinghiero +25%

Gli stranieri ci salveranno. La crisi che ieri mordeva, oggi sta uccidendo l’economia grossetana. E fa paura pensare che ancora non si vedano segnali positivi all’orizzonte, tranne – forse - uno. Domani è il primo giorno di primavera e, insieme alle rondini, in Maremma si inizia ad attendere l’arrivo dei turisti. Sono loro che potrebbero “salvare il salvabile”, per lo meno secondo i dati, davvero incoraggianti e lusinghieri, resi noti dalla Banca d'Italia. Si tratta di numeri che dimostrerebbero un significativo incremento nelle presenze, nei pernottamenti e nelle spese sul territorio da parte dei visitatori stranieri. La crescita percentuale in provincia di Grosseto, secondo questa indagine, è maggiore rispetto alle altre località toscane, con un bel + 25%. Nell’era di Internet, è da scommetterci che sia stato proprio il web a darci una mano nella promozione di una terra di straordinaria bellezza come la nostra. Nell’era di Internet contano, per la scelta di una destinazione, i giudizi lasciati sui forum e sulle community dei viaggiatori. Vale di più l’opinione di chi “c’è stato” rispetto ad un qualsiasi catalogo o ad una costosa pubblicità in tv. “Cosa vedere in Toscana?”: basta digitare una frase come questa sul motore di ricerca e leggerete i consigli della gente che, invece di indicare le solite famosissime località, invitano a scoprire luoghi fantastici come Pitigliano, Sorano, Saturnia e Massa Marittima. Secondo l’indagine della Banca d’Italia, il numero dei pernottamenti degli stranieri, in Maremma, registra - a chiusura 2011 - un aumento del 5% e la spesa dei viaggiatori stranieri - a vantaggio del territorio - segna un +15%. Si consideri inoltre che questo fenomeno non si è verificato in tutta la Toscana, dove Pisa “padroneggia” avendo superato la barriera del milione di viaggiatori stranieri.

Stop alla promozione turistica fai da te. All’estero con il brand unico Toscana

La Toscana mette uno stop alla promozione turistica fai da te. Diventa infatti operativo il nuovo modello di governance stabilito nell’accordo tra Regione, Province e sistema camerale per promuovere in maniera integrata un unico brand regionale e portare nel mondo l’offerta di “prodotti turistici” e non solo “destinazioni”. Dalle prossime settimane si terranno in tutte le province le prime riunioni operative che danno il via al percorso intrapreso dalla Regione con la Cabina di regia del turismo. «In pratica d’ora in avanti ci si mette tutti d’accordo per mettere in atto la strategia stabilita dalla Regione - ha spiegato stamane l’assessore regionale al Turismo, Cristina Scaletti - Da un lato valorizziamo ogni singolo territorio, con le sue caratteristiche e le sue esigenze, dall’altro coinvolgiamo operatori, imprese e istituzioni per definire un’attività di promozione che sia davvero strategica».

In pratica la parola d’ordine è sinergia. «Una sinergia necessaria che dev’essere concreta, un punto di partenza ma anche la tappa successiva di un percorso già tracciato da portare a compimento» ha aggiunto la Scaletti, facendo riferimento alla nuova organizzazione turistica di cui si è dotata la Toscana con la legge 83/2011. Legge che ha reindirizzato le linee strategiche del marketing dando priorità, appunto, all’unico brand “Toscana” e ai prodotti turistici senza perdere di vista le specificità locali. In quest’ottica rientra ad esempio il super Tour Operator rivolto al mercato cinese. «Ci rivolgiamo in maniera importante a tutti i Paesi dell’area Bric. Nel 2011 sono aumentate le presenze di turisti provenienti da Brasile, Russia, India e Cina. Si tratta di aumenti a 3 cifre che intendiamo confermare e far ulteriormente incrementare con una strategia sempre più mirata».

E’ insomma il momento di rimboccarsi le maniche, «perché finora il turismo toscano ha vissuto di rendita - ha commentato il vice presidente di Unioncamere Toscana, Giovanni Tricca - Bisogna cominciare a pensare ad un futuro in cui giochiamo d’attacco. Il turismo è anche e soprattutto un’attività di impresa e dall’impresa e dai territori deve venire la spinta sull’organizzazione dei prodotti turistici. Ma la promozione spetta al livello centrale – ha specificato - Basta con i viaggi all’estero delle varie Proloco, Comunità Montane e Province che poi non hanno nessun ritorno se non quello di godersi una vacanza. Poi bisogna lavorare sui tour operator, valorizzare l’attività di incoming». In definitiva «il nuovo modello di gestione integrata servirà - sintetizza Paolo Pacini, membro dell’Upi ed assessore al turismo della provincia di Livorno - ad essere più competitivi sul mercato mondiale del turismo».

Pisa I love you: turismo boom Oltre un milione di stranieri

Pisa, 20 marzo 2012 - OLTRE un milione di viaggiatori stranieri all’ombra della Torre. A dirlo sono i dati della Banca d’Italia che fanno registrare incrementi nelle principali voci analizzate: presenze, cresciute di 200.000 unità, pernottamenti, aumentati di 488 mila unità e spese sul territorio aumentate in un anno di 23 milioni di euro. Federico Pieragnoli, direttore Confcommercio di Pisa: «Pisa e la provincia continuano ad attrarre turisti stranieri e questa è una notizia positiva. Anche in un anno estremamente difficile come il 2011, la nostra provincia si dimostra tra le più dinamiche e attive della Toscana. Questi dati sono lusinghieri, e sono il risultato soprattutto degli investimenti, della qualità del lavoro e della lungimiranza dei nostri imprenditori e manager».

«A partire — prosegue — dall’aereoporto Galileo Galilei che punta ad arrivare ai 5 milioni di passeggeri, l’industria turistica pisana si candida ed essere il settore economico trainante dell’intera provincia. Alla luce di questo, destano non poca preoccupazione le decisioni di alcuni comuni, come Pisa e Pontedera, di introdurre una tassa di soggiorno a carico di turisti che hanno scelto di soggiornare presso le nostre strutture. Decisione molto discutibile, che rischia di compromettere un settore economico fondamentale, che negli anni ha saputo dimostrarsi competitivo ed affidabile, soprattutto agli occhi del mondo».

SUPERATO il milione di viaggiatori stranieri a Pisa e provincia nel 2011. Non era mai capitato, almeno dal 2007 ad oggi, con un incremento di +200.000 viaggiatori rispetto al 2010 (dalle 829 mila presenze del 2010 al milione e 29 mila presenze del 2011) pari ad una crescita percentuale del +24% rispetto al 2010 (10 punti in più rispetto alla media regionale).

Nel 2011 i pernottamenti di turisti stranieri a Pisa e provincia sono aumentati di 488 mila unità rispetto al 2010, con un incremento del +15% rispetto all’anno precedente e un volume complessivo di pernottamenti di 3 milioni e 662 mila unità. Una crescita in una media toscana dell’1%.

E ad aumentare, nel 2011, rispetto all’anno precedente, è anche la spesa dei viaggiatori stranieri a Pisa e provincia. In dodici mesi, la spesa sul territorio è cresciuta di 23 milioni di euro (da 268 milioni del 2010 ai 291 milioni di euro del 2011), pari ad un incremento del +9% leggermente superiore rispetto alla media toscana (+8%). In crescita anche Lucca (+19%), Grosseto (+13%), Firenze (+10%), Arezzo (3%), Livorno (6%), Siena (6%). Molto negative Massa Carrara (-26%), Pistoia (-23%), Prato (-16%). Una speranza tutta pisana.

venerdì 16 marzo 2012

Il turismo? Industriale

Che fine ha fatto la vetreria Northon Marconi di Siena? E le Miniere di Gavorrano? O la fornace Bagiardi di San Giovanni Valdarno? Una guida te lo spiega




Che fine ha fatto la vetreria Northon Marconi di Siena? E le Miniere di Gavorrano? O la fornace Bagiardi di San Giovanni Valdarno? A questi e a molti altri interrogativi cerca di rispondere la “Guida all'archeologia industriale della Toscana” scritta da Giuseppe Guanci uno dei maggiori conoscitori dei siti archeo-industriali presenti sul nostro territorio e segretario dell'associazione italiana patrimonio archeologico industriale (AIPAI). Il volume, promosso dalla Regione Toscana e Toscana Promozione, vuole essere una guida per un nuovo modo di conoscere il territorio ed appropriarsi della sua memoria.

TURISMO ALTERNATIVO - Un vademecum per una nuova forma di turismo alternativo che ha come obiettivo quello di riportare alla luce e far conoscere luoghi ricchi di fascino, spesso trascurati e dimenticati dietro un portone chiuso o una finestra rotta. Una pubblicazione che propone una fotografia della storia produttiva della regione attraverso 150 siti censiti, 46 strutture musealizzate il tutto diviso provincia per provincia, offrendo così per la prima volta una panoramica completa non solo per il turista curioso, ma anche per tutti gli addetti ai lavori. La guida fra l'altro riporta anche i nomi di quasi 100 strutture ricettive, commerciali che furono realizzate all'interno degli ex-edifici industriali. Filo rosso di tutto il volume è la storia di un territorio, dei suoi abitanti e di come quest'ultimo si è evoluto assieme alle infrastrutture ed al progresso economico. Un patrimonio che a causa del ritmo del progresso industriale ha quasi dimenticato 50 anni di storia di macchine e di trasformazioni urbanistiche. Nel lavoro di Guanci confluiscono la storia dell'architettura, la storia economica e la storia sociale, perché la storia delle fabbriche è la storia di chi ci ha lavorato come sottolinea anche l'autore.

L'AUTORE - «Parlando di archeologia industriale o più correttamente di patrimonio industriale non si parla solo della storia della produzione, ma anche della storia delle aziende, degli imprenditori che ci hanno creduto, ma sopratutto delle persone che ci hanno lavorato». L'idea della guida a Guanci è venuta parlando del più e del meno con l'editore, “ma invece del solito manuale – continua Guanci – abbiamo pensato di fare un guida turistica, un strumento che fornisse una visione di insieme della Toscana industriale. Obiettivo di questo lavoro è quello di proporre itinerari alternativi, far nascere stimoli a conoscere un'aspetto della nostra regione, così tanto apprezzata, poco conosciuto e a volte dimenticato e sottovalutato». Quello che Guanci propone al lettore è un viaggio avventuroso fra le cattedrali dell'industria come la cartiere di Lucca e Pescia, la cave di Marmo delle Apuane o le ferriere della Montagna Pistoiese o i soffioni di Larderello senza tralasciare gli stabilimenti Piaggio a Pontedera o le fabbriche di vetro e Empoli.

domenica 4 marzo 2012

Viaggi, la tendenza del futuro: meno stress e sempre più hi-tech

Secondo uno studio realizzato da The Future Company per Amadeus, una società specializzata nella distribuzione di tecnologie avanzate per l'industria globale di viaggi e turismo, la tendenza per il viaggiatore del futuro è la minimizzazione dello stress attraverso il supporto della tecnologia che consente di esemplificare le varie fasi spesso con un semplice e comodo clik: pagamenti 'ticketless', check-in intelligenti, servizio di consegna bagagli "door to door", programmi di benessere su misura.

In particolare, la combinazione tra lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione delle tendenze e dei valori sociali daranno vita ad una nuova era di viaggi nel prossimo decennio e oltre. Infatti, come sottolinea la ricerca, 'From Chaos To Collaboration: come il progresso tecnologico contribuirà alla nascita di una nuova era nel settore dei viaggi', "L’industria del turismo deve oggi consolidare azioni di partenariato, eliminando i fattori di stress, l’incertezza e il caos generalmente associati ai viaggi nel ventunesimo secolo e fornendo ai consumatori esperienze di viaggio contemporaneamente più ricche, appaganti e personali".





Come spiega il rapporto effettuato per Amadeus, in futuro, vi sarà sempre più un utilizzo crescente di tecnologie di "realtà aumentata", ovvero sià "l'opportunità che si possano approfondire parti del viaggio grazie ad applicazioni, magari sullo smartphone, che daranno all'utente, tra le altre cose, l'opportunità di avere informazioni in tempo reale su un sito, del presente ma anche del passato, semplicemente inquadrando un luogo con la fotocamera integrata".

Un altro scenario futuro illustrato dallo studio, "è quello dei sistemi di transito automatico delle persone, come il check-in online o comunque elettronico ora possibile per viaggi in aerei o treno e che potrebbe diventare un'abitudine grazie all'utilizzo integrato di biometria, chip e tecnologie per lo scambio di informazioni senza fili".

Inoltre, come spiegano gli esperti, le comunità online avranno un ruolo sempre più centrale nelle varie fasi che accompagnano le decisioni di turisti o businessman in viaggio. "Sulle loro decisioni peseranno sempre di più proprio le esperienze di altre persone raccolte in rete, come una sorta di raccomandazione "intelligente" sempre a portata di mano. Non solo velocità dei transiti e informazioni in tempo reale, ma anche programmi benessere su misura, magari con specifiche applicazioni per gli smartphone, sono per i ricercatori una frontiera tutta da esplorare per diminuire gli stress da viaggio".

Nell'ottica di questo obiettivo di minimizzare il più possibile lo stress da viaggio, si inseriscono altre iniziative, quali quella di Bag Express, una società tutta italiana che per prima, nel nostro paese, ha introdotto il servizio di consegna bagagli "door to door". Attraverso ciò, la Bag Express mira ad esemplificare il più possibile gli spostamenti di tutti coloro che hanno difficoltà ad occuparsi dei propri bagagli. In questo modo, gli usufruitori del servizio potranno dimenticarsi dello stress delle code ai check-in, scoprendo la comodità di far ritirare le valigie dove più gradiscono, a casa o anche in ufficio e ritrovarle direttamente al proprio arrivo in albergo.

L'idea della consegna "door to door" portata in Italia dalla Bag Express, sulla scia di quanto avviene all'estero già da tempo (ad esempio in Giappone, dove la Yamato Transports ha in mano il 41% del mercato interno, in Inghilterra si sta affermando la First Luggage, mentre gli Stati Uniti vedono la presenza di diversi operatori tra cui Luggage Forward, Airport Bags, Luggage Free e Sport Express), ben si coniuga con le esigenze delle "quattro tribù" di viaggiatori in crescita nei prossimi anni, individuati dal rapporto Future Traveller Tribes 2020: Senior Dinamici, Pendolari Cosmopoliti, Clan Globali e Top Manager.

Secondo gli esperti di Amadeus, i viaggiatori delle quattro tribù sono persone che si spostano per piacere, per lavoro o per necessità familiari. Ciascuna con le proprie esigenze e abitudini, che si discostano sempre più dall'idea di portarsi dietro i propri bagagli, che tendono sempre ad allungare e a rallentare gli spostamenti, decidendo di affidarli ad un servizio di consegna bagagli "door to door".

In particolare, secondo il suddetto rapporto, tra i principali protagonisti del futuro, vi sono i "Senior Dinamici", tra i 50 e i 75 anni nel 2020. Saranno persone che, nonostante non siano più giovani, sono ancora in un ottimo stato di salute e spesso con un reddito superiore alla media, che consente loro di vivere parte della loro "terza età" esplorando il mondo. Con il vantaggio di poter partire quando vogliono e di essere molto flessibili sulle date. I "Clan Globali", invece, è quella categoria che, secondo lo studio, racchiude: immigrati di tutte le età che si muovono per ricongiungersi ad amici e parenti nel paese d'origine, a volte viaggiando con nonni e bambini al seguito. Scegliendo, dove possibile, prenotazioni di gruppo e tariffe low cost.

Troviamo poi i "Pendolari Cosmopoliti", ovvero quella categoria di persone che tornano dalla famiglia nel weekend o sono costretti a spostarsi periodicamente da una sede all'altra. Infine, ci sono "i Top Manager", abituati a muoversi in Premium o Business class, ma anche attraverso aerotaxi o jet privati agli aerei di linea. spesso si spostano con lo staff o con la famiglia, spesso combinando viaggi di lavoro e di piacere.

Come ha dichiarato Fabio Maria Lazzerini, Amministratore Delegato di Amadeus Italia, "Si tratta di quattro tendenze globali, che sembrano inarrestabili e sono dovute al miglioramento generale delle condizioni di vita e all'aumento dell'interconnessione tra i Paesi". Lazzerini continua sostenendo che, "La crisi economica è riuscita solo a rallentarne lo sviluppo, in particolare in Italia, ma non li ha fermati e non ha quasi influenzato i viaggiatori di Paesi come Brasile, India, Russia e Cina. Abbiamo invece registrato alcuni grossi cambiamenti per quanto riguarda le destinazioni: la Primavera Araba ha provocato una crisi del settore in tutto il Nord Africa. Sia chi si sposta per piacere, sia chi si muove per affari ha preferito mete più tranquille, come gli Emirati Arabi".

Infine, lo studio "From Chaos To Collaboration", che si basa su indicazioni di esperti del settore e su indagini quantitative su viaggiatori in Brasile, Cina, Russia, Spagna, Emirati Arabi, Inghilterra e Stati Uniti, individua nei "viaggi collaborativi" la frontiera degli spostamenti dei cittadini globali nel prossimo decennio.

(Fonti: Comunicati stampa Amadeus, Ansa, Il Sole 24 ore)

venerdì 24 febbraio 2012

Turismo Cinese: quanto è pronta l’Italia ad accogliere i visitatori con gli occhi a mandorla?

L’Ocse ha bocciato l’Italia in vari ambiti a seguito della ricerca “Oecd Italy tourism policiy review 2011″, un’analisi della gestione del Turismo in Italia commissionata due anni fa per valutare lo stato delle cose e capire come muoversi.
I risultati, presentati lo scorso mese in occasione del completamento della consegna dei diplomi del Mater in Tourism Management della Iulm, appaiono scontatissimi. Inutile continuare a sperare nella crescita del turismo dei Paesi BRIC se l’Italia non sarà pronta ad accoglierli con nuove infrastrutture e un nuovo approccio nella gestione, nella comunicazione e nella promozione del Paese.

Nello scorso articolo dedicato al Turismo in Italia, qualcuno ha commentato che tutti i provvedimenti auspicati dal Ministro Gnudi sono da considerarsi niente di più delle solite promesse di sempre, e che per ora restano solo parole.
È tempo però di intervenire concretamente: l’Ocse ha rilevato ovviamente problemi legati alla Governance, alle infrastrutture, con le strategie di promozione del Paese e persino con la redazione delle statistiche. C’è bisogno subito di una strategia a livello nazionale, di un’Enit riformata che prenda saldamente in mano le redini del Paese, mentre intanto le Regioni continuano a utilizzare nei modi più disparati i propri fondi senza una direzione univoca, che promuova il “brand Italia” al meglio, soprattutto all’estero.
Fare in modo che il Turismo rimanga uno dei pilastri del nostro PIL – ha affermato Gnudi qualche giorno fa – non sarà semplice perché ci sono alcune mancanze in Italia difficilmente colmabili nel breve termine:
  • Non ci sono tour operator nazionali
  • Non esistono grandi catene alberghiere italiane
  • Le nostre compagnie aeree coprono un numero di tratte ancora troppo esiguo
Non parliamo poi dei trasporti: dai treni agli autobus, in Italia non ci distinguiamo di certo per efficienza e puntualità.
Per uscire da questo impasse, in attesa che vengano presi dei provvedimenti concreti, non resta che puntare sull’arrivo di nuovi turisti dall’estero, e soprattutto dai Paesi emergenti.

Puntare alla Cina

Pare un controsenso appellarsi al turismo cinese mentre metà Penisola (o forse più) lamenta le difficoltà di integrazione con i tanti immigrati cinesi che si sono stabiliti dovunque.
Detto questo, l’Italia si candida a divenire una delle mete predilette dalla Cina: i turisti cinesi amano soprattutto il mare e l’arte, cose che qui da noi non mancano.
Secondo l’Osservatorio PricewaterhouseCoopers – Sole 24 Ore sul turismo in Italia, la spesa turistica della Cina in dieci anni andrà a costituire il 18,2% dei flussi internazionali.
Mentre infatti la spesa degli Italiani per i viaggi stagna – per la crisi economica e per la caduta libera delle condizioni lavorative che riduce sempre di più il loro potere d’acquisto – i turisti cinesi, amanti della cultura e disposti a spese pazze nei nostri outlet pieni di grandi firme, sono destinati a diventare i “turisti del futuro”.
Al momento però, dei 50 milioni di turisti che sbarcano in Europa dalla Cina, solo pochissimi vengono in vacanza da noi, quindi per l’Italia si tratta di un’offerta di mercato ancora tutta da inventare, di una sfida dalle tante potenzialità.
Ma come soddisfare i nuovi turisti cinesi e fare in modo di offrire un servizio all’altezza delle aspettative? Sempre secondo la ricerca PwC, è necessario soprattutto concentrarsi su 3 punti
  1. Conoscere la loro cultura: E’ importante sapere quali siano le preferenze dei turisti cinesi ma anche come offrire servizi in linea con il loro pensiero e il loro stile di vita. Ad esempio non amano bere molto, quindi meglio non puntare su pacchetti enogastronomici o degustazioni. Alcune scelte potrebbero rischiare di offenderli: ad esempio il bianco è il colore del lutto, il 4, il 44 e altri numeri con il 4 sono considerati sfortunatissimi. Hanno un’alta considerazione del rispetto e della moderazione, qualsiasi forma di sgarbo in pubblico è considerata intollerabile. Impariamo anche le loro abitudini: come gli Inglesi non possono vivere senza bollitore e bustine da tè, in Cina è usanza trovare in albergo lo spazzolino da denti, l’accappatoio e l’acqua calda, considerati servizi standard. Molti sono abituati a mangiare dolce, soprattutto a colazione.
  2. Comunicare e promuovere l’Italia anche in Cina: Spesso ai tour operator non interessa molto questo settore, quindi sarà importante riuscire a impostare una solida strategia di promozione, magari anche con il sostegno del Governo, rivolta direttamente a questi nuovi Paesi emergenti.
  3. Saper gestire l’arrivo in Italia: L’esigenza di nuove infrastrutture è ovvia, ma in mancanza di risorse, si deve poter contare almeno sulla professionalità e il servizio degli albergatori, sulla loro disponibilità a comunicare in lingua e a far sentire anche questi ospiti come a casa propria.

I competitor europei più flessibili e all’avanguardia

Resta da capire se l’Italia sia effettivamente in grado di reggere i nuovi flussi, con la paura che sia destinata a restare indietro rispetto alla Spagna e alle altre destinazioni europee come ha fatto in questi anni, con l’ulteriore minaccia dei viaggi di lusso a buon mercato possibili solo in Oriente, come Malesia e Thailandia.
In una intervista rilasciata lo scorso anno da Cristina Lambiase, responsabile dell’Osservatorio ENIT di Pechino a AGI China 24, emerge che al momento il nostro sistema fa acqua da ogni parte rispetto ai competitor europei.
Ad esempio, i Cinesi pianificano i viaggi soprattutto online, e il Portale nazionale ancora resta un binario morto: “Secondo una relazione della China Tourism Academy, il 52% dei cinesi ottiene informazioni sulle destinazioni da visitare tramite internet - dice la Lambiase – Noi siamo completamente sguarniti su questo fronte, e la cosa ha un impatto decisivo.”
In più i turisti cinesi sono tra quelli più propensi a spendere in beni di lusso, ma l’Italia non sembra pronta a sfruttare questo trend: “I partner cinesi dei tour operator italiani – spiega la Lambiase – non guadagnano niente sui pacchetti, incassano solo dalle commissioni sullo shopping. Ma gli outlet italiani non sono d’accordo nel concedere queste commissioni, e si trovano a dover combattere, per esempio, con i francesi Magazzini Lafayette che non solo le concedono, ma hanno un servizio tax free specifico per i cinesi e accettano anche la China Union Card, la carta di credito più diffusa in Cina”.
Che dire? Difficile sapere cosa aspettarsi visti i precedenti… sperando di non essere così sciocchi da rimanere a guardare mentre il turismo cinese, adesso tanto prezioso, prende il volo per altre destinazioni.

giovedì 23 febbraio 2012

Viaggi di lusso: un mercato che resiste

Aigo ha presentato i risultati della ricerca “Le tendenze nel mercato dei viaggi di lusso II edizione”, condotta con i partner di Pangaea Network in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Dopo la prima survey condotta nel 2010, viene presentata un'edizione arricchita di temi tra i quali: il turismo ecosostenibile, le destinazioni e i resort di lusso emergenti e i viaggi avventura. Pangaea Network, di cui Aigo è socio fondatore, conduce dal 2010 il Pangaea Observatory, un regolare monitoraggio operato attraverso interviste a specialisti del settore viaggi e ospitalità che vengono puntualmente sollecitati sui grandi temi del settore. “L’Osservatorio Pangaea nasce per dare a tutti noi che ci occupiamo di turismo un insight selle tendenze e i principali dibattiti che caratterizzano il nostro settore. In un momento che presenta criticità, molte aziende trovano nei viaggi di lusso un segmento in qualche modo ancora protetto. Per questo abbiamo voluto riproporre una panoramica, al fine di verificare i cambiamenti, a due anni dalla prima ricerca - dichiara Massimo Tocchetti, presidente di Aigo e chairman di Pangaea Network -. Il quadro che emerge è quello di un mercato internazionale che, nonostante la crisi, è stato capace di resistere e, sotto alcuni aspetti, addirittura di migliorare. La nota positiva è che gli esperti dei mercati presi in considerazione sono unanimi nel sostenere che il segmento potrà mantenere o migliorare i risultati in futuro”.

martedì 21 febbraio 2012

'Costa Toscana Parks', una rete turistica ad hoc tra cultura, divertimento e storia

la Provincia di Livorno ha presentato con una conferenza stampa organizzata presso lo stand della Regione Toscana alla BIT di Milano che si è aperta con i saluti dell’Assessore al turismo della Regione Toscana Cristina Scaletti, un ampio ventaglio di iniziative. In questo contenitore è stato lanciato il nuovo progetto “Costa Toscana Parks”, sostenuto dalla Provincia stessa e da Toscana Promozione. Si tratta di una nuova rete di parchi, che vede coinvolti i Parchi della Val di Cornia, l’Acquario di Livorno, il Parco divertimenti Cavallino Matto, l’Acqua Village di Cecina e il Consorzio Strade del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi.

L’obiettivo è quello di creare un percorso tematico in una realtà unica e versatile come quella del territorio della Costa degli Etruschi, offrendo al turista divertimento, cultura, storia e divulgazione scientifica attraverso la promozione di un’immagine congiunta del sistema dei parchi presente su quest’area.

Dall’unione delle principali realtà presenti in questo tratto della Provincia di Livorno è così nata la rete Costa Toscana Parks che nel 2012 si presenta sul mercato turistico con un prodotto che, attraverso una comunicazione congiunta e innovativa, si pone l’obiettivo di destagionalizzare l’offerta dei flussi turistici.

La nascita di questo prodotto è accompagnata da una vantaggiosa proposta commerciale che dovrebbe stimolare i turisti che stanno organizzando le loro vacanze a scegliere questo territorio: la possibilità di preacquistare online un biglietto cumulativo che include l’ingresso a tutti i parchi aderenti (per I Parchi della Val di Cornia, include soltanto l’ingresso al Parco archeologico di Baratti e Populonia) e una degustazione in azienda ad un prezzo lancio di € 48,00 anziché € 81,00 previsti per acquistare in loco il biglietto di ogni struttura. E’ prevista anche una speciale young-card (non include la degustazione di vini) per ragazzi dai 4 ai 12 anni al costo di € 33,00 anziché € 49,00. La card sarà usufruibile nei mesi compresi tra aprile e
settembre.
La prevendita della card è affidata in esclusiva al Tour Operator Primavera Viaggi Srl di Firenze che la promuoverà abbinandola anche a particolari pacchetti turistici.

L’adesione della Parchi Val di Cornia SpA alla rete nasce dalla volontà della società stessa di operare nell’ottica di uno sviluppo del marketing territoriale promuovendo la Val di Cornia e la Costa degli Etruschi a livello nazionale e internazionale.

domenica 19 febbraio 2012

Turismo: Istat, crollo italiani in viaggio -16,5%

I dati lo dimostrano. La recessione c'è eccome. E gli italiani tagliano sulle, fino a ieri, irrinunciabili vacanze.
Nel 2011 i viaggi con pernottamento in Italia e all'estero dei nostri connazionali sono stati 83 milioni e 504 mila, per un totale di 532 milioni e 448 mila notti.
NELL'ULTIMO ANNO LE PARTENZE SONO MENO IL 16,5%. Rispetto al 2010 i viaggi sono diminuiti del 16,5% e i pernottamenti del 15,1%; è rimasta immutata la durata della villeggiatura, 6,4 notti in media. Lo ha reso noto l'Istat nella pubblicazione sulle vacanze degli italiani nel 2011. A diminuire sono state tutte le forme di itinerari, sia quelle per svago, che hanno subito un crollo del 17%, sia di lavoro, diminuite del 13,1%. In termini di pernottamenti, spiega l'Istat, la riduzione è altrettanto evidente per le vacanze (-15,6%), sia lunghe (-15,3%), sia brevi (-17,1%), mentre per quanto riguarda i viaggi di lavoro si mantiene sostanzialmente stabile.
SI PREDILIGE IL VIAGGIO CONFIGURATO ONLINE. La prenotazione diretta si conferma la modalità di organizzazione preferita (50,5%). In particolare, l'utilizzo di Internet per riservare l'alloggio e/o il trasporto si mantiene stabile (34,2%). L'auto si conferma il principale mezzo di trasporto ed è utilizzata nel 62,9% dei viaggi.

Crollo dei villeggianti durante l'estate

Nel periodo estivo l'Istat osserva una riduzione sia nel numero di turisti (-8,8%) sia nel numero di viaggi per vacanza lunga (-10,6%); anche la durata media delle villeggiature lunghe subisce una lieve diminuzione (da 12,8 notti nel 2010 a 12,2 notti nel 2011). I viaggi con mete italiane, che rappresentano l'81,7% del complesso delle partenze, subiscono un calo (-16,5%) a seguito della riduzione delle vacanze (-16,8%). La flessione è più marcata per i viaggi diretti verso le regioni del Mezzogiorno (-25,6%), sia per quanto riguarda le vacanze, sia per trasferte di lavoro.
GLI ANZIANI VIAGGIANO SEMPRE MENO. Come di consueto, i giovani e gli adulti si muovono di più. In particolare, nel trimestre estivo, il 62% dei bambini fino a 14 anni, il 46,2% dei giovani tra 15 e 24 anni e poco più della metà dei residenti in età compresa tra 25 e 44 anni effettuano almeno una vacanza. La popolazione anziana (65 anni e oltre), invece, si sposta meno, sia nel trimestre estivo (soltanto il 17,8% effettua almeno una vacanza), sia negli altri periodi dell'anno. Nel quadro generale di contrazione del numero dei viaggiatori, la sola eccezione è costituita dai giovanissimi (0-14 anni) che, nel trimestre autunnale e rispetto allo stesso periodo del 2010, hanno incrementato la quota dei viaggiatori del 15,8%. Altra particolarità è il fatto che diminuiscono in maniera consistente i viaggi che vengono fatti per piacere e per svago: -18,8% e quelli per far visita a parenti e amici -13,7%.
NON SI VOLA OLTRE I CONFINI EUROPEI. I viaggi verso l'estero diminuiscono (-16,6%), soprattutto quelli verso i Paesi non appartenenti all' Unione Europea. Continua la flessione dei soggiorni per far visita a parenti e amici (-13,7%), mentre, ancor più consistente rispetto all'anno precedente, è il decremento delle vacanze di piacere/svago (-18,8%). Rispetto agli alloggi, permane il calo delle vacanze in alloggi privati (-17%), già osservato nel 2010, cui si aggiunge la flessione delle vacanze presso le strutture ricettive collettive (-17,1%).

Crac su trasferte di lavoro

Tra i viaggi che nel 2011 hanno subito diminuzioni maggiori ci sono quelli organizzati in occasioni di meeting aziendali, crollati addirittura del 63,8%, ma anche i viaggi d'aggiornamento e per frequentare corsi di lingue straniere (-28%). A rilevarlo è l'Istat, nel Rapporto 'Viaggi e vacanze in Italia e all'estero'. Nel 2011 i viaggi di lavoro sono stati effettuati prevalentemente per svolgere riunioni d'affari (24,4%), per attività di rappresentanza, vendita, installazione o simili (18,7%) o per partecipare a congressi, convegni o altri eventi (14,7%). Seguono, con quote inferiori, i viaggi svolti per frequentare corsi di lingua o aggiornamento professionale (8,4%), le missioni di lavoro (6,5%) e le partenze per partecipare a fiere, mostre o esposizioni (5,9%).

Turismo calato specie nel Sud Italia

Rispetto al 2010 l'Istituto di statistica osserva anche una riduzione del numero di persone andate in vacanza in un trimestre (dal 27% nel 2010 al 23,6% nel 2011), che ha interessato tutte le aree del Paese, ma soprattutto i residenti nel Mezzogiorno (dal 19,5% nel 2010 al 15,3% nel 2011).
ISTAT: NEL 2011 -25,3% SOGGIORNI NEL MEZZOGIORNO. Diminuiscono nel 2011, di più di tre punti percentuali, coloro che mediamente viaggiano in un trimestre rispetto all'anno precedente, passando dal 27% del 2010 al 23,6% del 2011. A rilevarlo è l'Istat nel 'Rapporto sui Viaggi e le vacanze in Italia e all'estero'. La riduzione dei turisti ha interessato tutte le aree del Paese: al Nord sono stati il 28,7% dei residenti (31,3% nel 2010), mentre al Centro la quota è scesa al 26,5% (30,4% nel 2010). Nel Mezzogiorno, dove il decremento è stato più rilevante, soltanto il 15,3% dei residenti ha effettuato almeno un viaggio, rispetto al 19,5% del 2010. La quota più consistente di soggiorni si conferma essere quella diretta verso il Nord (38,1%), tanto per le vacanze (39,2%) quanto per i viaggi di lavoro (30,9%). La riduzione delle vacanze è molto rilevante nel Mezzogiorno (-25,3%), più accentuata per quelle di durata inferiore (-37,7%) che per quelle lunghe. Nel 2011 diminuisce da 1,7 a 1,4 il numero medio di viaggi pro-capite e si mantengono le differenze nella propensione a spostarsi tra Centro-Nord e Mezzogiorno.