E' l'enogastronomia la motivazione di viaggio che fa la differenza nel calo generale del turismo nel Belpaese, seppur lieve (-3%), nel difficile 2009, migliorando addirittura le proprie performance: dai 5,5 ai 6 milioni sono gli enoappassionati in giro per l'Italia, per un volume di affari che vale 3 miliardi di euro (+20% sul 2008). Le mete al top? Toscana in testa, seguita dal Piemonte e dalla "new entry" Veneto che supera Umbria e Puglia. Ma il vino resta un settore di e'lite, tanto che dei 20 milioni di italiani che nel 2009 hanno scelto di organizzare viaggi all'insegna del wine & food, solo il 13% e' consapevole di far parte del mondo dei "turisti del vino". Sono queste le ultime tendenze del turismo enogastronomico nel Belpaese secondo il Rapporto annuale n. 8 "Osservatorio sul turismo del vino in Italia" delle Citta' del Vino, realizzato dal Censis Servizi Spa e presentato a Bit 2010, la Borsa Internazionale del Turismo a Milano, nel work in progress aperto al pubblico della "Commissione per la promozione e il sostegno del turismo enogastronomico" del Ministero del Turismo, della quale fanno parte le Citta' del Vino, alla presenza del Ministro Michela Vittoria Brambilla (info: www.cittadelvino.it).
Con la spesa media procapite piu' alta dell'intero comparto (149 euro al giorno) le tradizioni territoriali e la cultura enogastronomica rappresentano i settori chiave del turismo italiano su cui puntare, in quanto alternativa ai viaggi oltreconfine. "Se il turismo enogastronomico e' la principale voce di stabilita' dell'intero comparto - sottolinea il presidente delle Citta' del Vino Giampaolo Pioli - capace di portare vantaggi a tutti, dalle aziende alla ristorazione, dalla ricettivita' ai grandi e piccoli comuni, e' evidente che il settore ha bisogno di piu' attenzione, ma a tutt'oggi i fondi destinati continuano a scarseggiare. E' necessario fare sistema, con strategie di marketing territoriale ed interventi finanziari mirati, per affrontare le sfide della competitivita' e sviluppare il ruolo dell'enoturismo a vantaggio delle economie locali". Secondo il Rapporto Citta' del Vino/Censis, grazie alle sue caratteristiche di prossimita', short break, convenienza ed accessibilita', il turismo enogastronomico non e' piu' una pratica di "nicchia", ma un comportamento diffuso e di tendenza, poco influenzato dall'andamento dell'economia, dei redditi e dei consumi, e con un potenziale di sviluppo ancora da esprimere: un turismo adulto, ma con un buon ricambio generazionale, praticato dal 40% degli over 30 e dal 30% dei giovani al di sotto dei 30 anni di eta'.(AGI)
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