Su quanto percentualmente il patrimonio artistico italiano incida su quello mondiale ci sono voci discordanti, l'allora ministro Spadolini parlava del 50%, altri del 40%, buon ultima, la Ministra Brambilla ha parlato, forse con qualche esagerazione, del 70%. La verità è che nessuno è mai stato in grado di fare un censimento, di una cosa però siamo certi il numero di siti UNESCO. L'Italia è prima al mondo con 45 su 911. Ed in Italia è la Toscana è la regione italiana a vantarne il maggior numero, ben sei, a pari merito con la Lombardia che però ne condivide uno con il Piemonte e l'altro con la Svizzera.
Sei luoghi dello spirito e della mente come Piazza duomo a Pisa, il centro storico di Firenze, quello di Pienza, S. Gimignano, Siena e la Val d' Orcia. Non vorrei essere accusato di provincialismo ma credo che la nostra Regione se ne meriti qualcuno in più, anche in terra d'Arezzo. Tutte queste bellezze, tutto questo concentrato di storia, arte, cultura sono diventate nel tempo una buona risorsa economica. Con 11,5 milioni di arrivi e oltre 42 milioni di presenze medie all'anno il turismo rappresenta circa il 12% del Pil regionale. Ma quella che per certi versi è una benedizione, c'è gente che farebbe carte false per venire a vivere in Toscana, rischia di diventare una maledizione. Leggi regionali in materia urbanistica sempre più stringenti, comitati che nascono come funghi sugli argomenti più disparati: fabbriche, viadotti, tranvie, tralicci, bretelle autostradali, porti, gassificatori, pale eoliche, discariche, termovalorizzatori e poi vincoli e norme di tutti tipi, ordinanze sindacali. Intendiamoci bene, io credo che i legislatori regionali ed i cittadini più o meno organizzati abbiano tutti le loro buone ragioni però, c'è un però, tutto questo non aiuta uno sviluppo economico armonico che metta insieme industrie, piccole medie imprese, agricoltura e turismo.. Sarà la crisi, sarà la prudenza, sarà quel che sarà ma in Toscana di aziende che hanno voglia di investire se ne vedono proprio pochine. Qualcuno dirà è una precisa scelta tutelare sempre ed in ogni caso la nostra specificità Toscana che è fatta di mare, montagne, campagna, città d'arte, mi dichiaro d'accordo. Tosca cantava “vissi d'arte, vissi d'amore”, non so quanti cittadini Toscani direbbero la stessa cosa, presumo che in parecchi avrebbero piacere a viaggiare su strade più sicure, a costruirsi una casa, a trovare un lavoro nella tanto bistrattata industria. Credo che sia giusto, lo dico senza nessuna ironia, rinunciare, in nome della salvaguardia di un territorio unico ed irriproducibile, a tante possibilità ma dovrebbe esistere una contropartita per non essere, come si dice, “cornuti e mazziati”. La contropartita è semplice, in attesa di un vero federalismo, che più passa il tempo più sembra perdersi nel porto delle nebbie, rivendichiamo subito una legge speciale per la Toscana che preveda una larga autonomia finanziaria. Se dobbiamo, con ragione, fare a meno di molte cose in nome della salvaguardia di un patrimonio storico, artistico, paesaggistico di valore mondiale ed il cui godimento appartiene a tutti, che almeno i nostri grandi, piccoli sacrifici vengano in qualche modo ricompensati.
giovedì 23 giugno 2011
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