Che niente (o quasi) è eterno lo sapevano anche i nostri antenati, ma
che la situazione potesse cambiare così velocemente in questi ultimi
anni, non ce lo aspettavamo di sicuro. Che i grandi colossi del booking
online potessero subire perdite, potessero andare in crisi, potessero addirittura fallire come è accaduto ad una agenzia di Booking Online in Germania, era uno scenario del tutto inaspettato.
Facciamo due passi insieme per illustrare cosa sta accadendo,
prendendo come esempio una tra le più grandi OTA nel mercato mondiale: Booking.com.
10 anni fa circa, per entrare in Booking.com dovevi fare quasi le
carte false. Era un privilegio e sembrava che tu dovessi avere
determinati requisiti per essere inserito nella loro lista degli
alberghi. Essere su Booking.com era davvero un privilegio;
prendevano solo poche strutture per zona, con caratteristiche
particolari, con almeno 8 camere (e qui gli albergatori mentivano
clamorosamente dichiarando di averne sempre più rispetto al reale). Insomma, entrare in Booking.com non era così semplice.
Ogni struttura inserita pagava il 15% di commissione
per ogni prenotazione andata a buon fine. E di prenotazioni finalizzate
ne facevano davvero tante: bene per le strutture e di sicuro meglio
anche per loro considerando anche il fatto che avendo la sede legale in
Olanda, non ci pagano nemmeno l’IVA e a noi non ce la rimborsano nemmeno. Va beh, ma che importa, l’importante è che arrivino prenotazioni come sabbia. Poi ci fu il grande passo: la possibilità di poter cambiare la percentuale della commissione
da riconoscere a Booking.com, in modo da migliorare il posizionamento.
Quindi, con percentuale più alta, posizione più alta e maggior
visibilità = più prenotazioni. Lasciamo perdere il fatto che questo
concetto è completamente contro tutte le strutture, che pur di vendere
le camere, riconoscono alle OTA commissioni anche del 30%.
Personalmente provai per una settimana a mettere la commissione al 30%
per essere tra i primi risultati anche in altre città vicine importanti
come Firenze. Ricevetti un buon numero di prenotazioni, ma pagai un
tonfo di commissioni che mi fecero subito capire che il gioco non valeva
la candela.
OGGI: il mio vicino di casa, che ha una seconda casa
in collina con 2 camere, è su Booking.com. Ma come?! Come è possibile!?
E’ una casa ed è su Booking? Con solo 2 camere vecchie e polverose!
Qualcosa è cambiato.
Oggi Booking.com non fa più distinzioni: inserisce ogni tipo di struttura,
grande o piccola, con tante camere o anche con solo 1 camera.
L’importante è inserire, avere più strutture possibili, incassare più
commissioni che può. Questo è lecito, ma significa anche abbassare il livello drasticamente. E’ giusto andare dietro ai tempi che corrono, ma non vendersi in questa maniera.
Poi alcune settimane fa, la strana notizia del fallimento di un’agenzia tedesca di Booking Online (www.corriere.it).
Cosaaaa???? Cosa è successo? Quindi un attimo di riflessione è stato
obbligatorio con alcune domande che mi martellavano fisso in testa: COME PUO’ FALLIRE UNA OTA? COME PUO’ FALLIRE UN GIGANTE COME la CLEVER HOTELS? QUALI SONO I MOTIVI?
Forse la troppa concorrenza, ma questa ipotesi regge davvero poco, in
quanto anche quest’anno l’agenzia olandese ha ricevuto il premio come
sito dell’anno per le prenotazioni online. E allora come mai?
Ed eccoci finalmente al dunque e grazie per essere arrivati a leggere fino a qui. Il punto è che i gestori si sono stancati di pagare commissioni alle OTA
e ovviamente preferiscono avere le prenotazioni dirette. Quindi siamo
passati alla realizzazione di ottimi siti internet e soprattutto
splendidi e funzionali Booking Engine che ti fanno avere un sacco di
prenotazioni dirette con un buon tasso di conversione. Tuttavia però non
sempre è così e nonostante una differenza sensibile di tariffa tra le
OTA e il proprio sito internet, spesso i clienti preferiscono prenotare con le OTA.
I motivi vai a capirli, ma sembra che le OTA ispirino fiducia, più del
contatto diretto con la struttura. La frase più gettonata da parte dei
clienti è: “Ho sempre prenotato con loro (le OTA)”. Oggi però, complice la crisi, si va a caccia del miglior prezzo possibile. Quindi troveremo tariffe sempre più vantaggiose prenotando dal sito ufficiale della struttura per 2 motivi:
- le strutture risparmiano e non pagano il costo della commissione
- il cliente paga meno, ha dei servizi migliori e spesso anche qualche regalino extra
Ci stiamo spostando così verso una riapproprazione delle camere da
parte delle strutture che vendono direttamente e una diminuzione delle
prenotazioni provenienti dalle OTA. E questa è cosa buona e giusta.
Adesso però, come già segnalato nell’articolo su TripConnect, c’è il problema della parity-rate: non si può offrire un prezzo migliore nel proprio sito.
Forse non ci avevamo mai fatto caso, ma quando abbiamo firmato i vari
contratti con Booking.com, con Hotel.de, Initalia, HRS, Expedia, Venere e
compagnia bella, abbiamo anche acconsentito a non offrire un prezzo
inferiore nel proprio sito, rispetto a quello offerto dalle OTA. Ma vi
rendete conto? E’ pura follia. E questo era un motivo per cui
TripConnect non può stare in piedi, in quanto non puoi offrire una
tariffa più bassa, altrimenti Booking.com per esempio ti scrive subito
una bella letterina in cui ti dice di allineare le tariffe. (Ah, per
inciso: chissà come saranno contenti gli sviluppatori di quei programmi
che con un click ti allineavano tutte le tariffe delle OTA per
garantire la parity-rate).
Allora cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato alcuni hotel che avevano
aderito a TripConnect e che offrivano prezzi inferiori prenotando dal
sito ufficiale (si parla di addirittura € 30.00 di differenza tra la
prenotazione su Booking.com e il sito ufficiale). Poi abbiamo scritto a Booking.com dicendo che alcuni hotel non rispettavano la parity-rate e chiedevamo se la clausola era sempre valida.
Ci hanno risposto che non riescono a controllare tutte le strutture e che comunque avrebbero scritto direttamente agli hotel per far correggere le tariffe. Morale della favola? Dopo
3 mesi le tariffe sono rimaste sempre le stesse ed è sempre più
conveniente prenotare dal sito ufficiale riportato su TripConnect che da
Booking.com.
Ci siamo quasi, un altro passo ed arriviamo al nocciolo della questione.
Alcuni giorni fa cosa succede? Succede che
“La clausola del “miglior prezzo”, imposta dal
portale HRS agli alberghi, costituisce una violazione del diritto della
concorrenza. Lo ha stabilito il Bundeskartellamt (l’Autorità
Antitrust tedesca), che ha vietato a HRS di continuare ad applicare la
cosiddetta clausola
della nazione più favorita e ne ha ordinato la
cancellazione dai contratti con gli hotel a partire dal 1º
marzo 2014. Un analogo procedimento è stato avviato nei confronti dei
portali Booking.com ed Expedia, che utilizzano clausole simili nei
propri contratti [Fiat Flash].
Dunque quello che avevo previsto in questo articolo
ha avuto la sua evoluzione. Ma la faccenda è drammatica, perchè non è
che hanno cercato di far rispettare la parity-rate. No, anzi! La
eliminano, per Diana!
E finalmente eccoci al punto: come mai viene eliminata la parity-rate? Come mai è meglio eliminare questa clausola invece che farla rispettare? Chi ha deciso questo? Chi hanno interpellato? E’ un bene o è un male? Chi c’è dietro a tutto questo?
Ad un primo impatto sembra davvero una cosa fantastica: posso offrire il miglior prezzo sul mio sito in modo che i clienti prenotano con me perchè risparmiano. Non riceverò più e-mail da parte delle OTA in cui mi dicono che ho violato la parity-rate. Olèèèèèè!
Ma la domanda rimane sempre aperta: perchè l’hanno eliminata? Ci siete già arrivati? Avete in mente come mai, vero? Esatto, c’è qualcuno dietro che ha spinto questa cosa. Se qualcuno non lo ha ancora capito, ve lo mostro io: ultimi passi.
Perchè aderire a TripConnect (pagando oltre € 780.00) se non posso offrire un prezzo più basso rispetto alle altre OTAs?
E’ ovvio che a parità di tariffa il cliente sceglierà la OTA, per tutti
i motivi già detti e ridetti (perchè è famoso, perchè ha sempre usato
quello, perchè si fida di più, eccetera, eccetera, eccetera). Quindi
l’albergatore proverà comunque ad offrire una tariffa più bassa se si
prenota dal proprio sito, rischiando di essere contattato dalle OTAs per
rispettare la clausola della parity-rate. Ed ecco che invece nessuno
gli scrive dicendo di livellare le tariffe. Quindi la parity-rate va a
farsi friggere. Anzi, viene fatta addirittura una legge che vieta la
clausola a partire dal 1° Marzo del 2014. Perchè Booking.com non fa rispettare questa clausola? Perchè, come tutte le altre OTAs, ha stretto un accordo con Tripadvisor e prende un botto di quattrini. Hanno eliminato la parity-rate per consentire agli albergatori di offrire una tariffa più vantaggiosa su TripConnect. Questo comporta un incremento spaventoso di strutture che aderiranno a TripConnect
di Tripadvisor, che pagheranno un sacco di soldi per i pay-per-click,
che spenderanno in media € 3570.00 all’anno per attivare il profilo
aziendale per poter avere TripConnect.
Quindi Tripadvisor paga tutte le OTAs per far sì che
l’albergo possa mostrare tariffe più vantaggiose per il sito ufficiale
delle strutture (così facendo si garantisce molti più clienti che
aderiscono alla nuova piattaforma). Di conseguenza le prenotazioni sulle OTAs subiranno un calo spaventoso perchè i clienti prenoteranno la tariffa più bassa
direttamente con il sito ufficiale e le nostre care OTAs che per oltre
20 anni ci hanno accompagnato (vivendo sulle nostre spalle) andranno inevitabilmente incontro al fallimento.
Anche perchè la previsione, seguendo questo ragionamento logico appena fatto, è
che le strutture cancelleranno tutti i contratti che hanno con le OTAs
per avere un unico e solo referente ed intermediario che è TripConnect.
In effetti a conti fatti, sembrerebbe meglio pagare circa € 400.00 al
mese a Tripadvisor e TripConnect che pagare le commissioni alle OTAs che
ovviamente ammonterebbero a molto di più in fondo all’anno. Quindi
la cosa migliore da fare sarebbe quella di chiudere tutti i contratti
con le OTAs, abbonarsi ai profili aziendali di Tripadvisor, attivare
TripConnect per la propria struttura e vendere le camere esclusivamente
con il proprio sito ufficiale tramite TripConnect. Ma se ci
pensate bene alla fine anche TripConnect è una nuova OTA. Perchè se su
TripConnect esce il vostro sito ufficiale assieme a quello di
Booking.com, siete già fregati e prenoteranno sempre con le OTAs.
E poi, dulcis in fundo, per far riflettere un pochino: affidereste
la vostra attività esclusivamente ad una piattaforma di malandrini come
Tripadvisor che non riesce nemmeno più a gestire le recensioni presenti
sul suo sito? E con cui non è possibile nemmeno parlarci
direttamente se non tramite avvocati? Alla fine, da portale di
recensioni si è trasformato in un altro portale di prenotazioni on-line.
E la vostra immagine nel mondo, la vostra pubblicità, il vostro
intermediario, volete proprio che sia affidato solo a Tripadvisor?
Sta di fatto che continuando su questa strada, sì, le OTAs stanno
andando incontro al fallimento, ma l’abolizione della clausola
parity-rate di fatto non è affatto una bella notizia.
Come sempre attendo le Vostre riflessioni e correzioni. Auguro a
tutti un ottimo 2014 carico di prenotazioni dirette a commissione 0%!
FONGE: http://guestadvisor.wordpress.com
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