domenica 7 marzo 2010

Nuove tendenze per organizzare una destinazione turistica

Si è conclusa recentemente con la pubblicazione dei risultati un'interessante ricerca svolta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) sulle principali tendenze dei modelli di gestione e promozione delle Destinazioni Turistiche.

La ricerca è stata condotta a livello globale, coinvolgendo i responsabili delle organizzazioni che si occupano di migliorare le prestazioni territoriali attraverso la gestione dei motivi di attrazione. Il campione si è costituito di oltre 150 organizzazioni, con una netta prevalenza della partecipazione di quelle situate in Europa ed in Nord America.

La ricerca ha messo in luce una tendenza generale incontrovertibile dei territori ad essere più orientati al cliente, fornendo servizi di qualità ai visitatori.
Ma una prima importante evidenza mostra come gli atteggiamenti siano diversificati a seconda della tipologia di destinazione.
Le organizzazioni nazionali e regionali sono prevalentemente focalizzate sulla individuazione di mercati specifici e segmenti di domanda in grado di ridurre la stagionalità, aumentare la permanenza media dei visitatori e aumentarne la spesa pro capite.
D’altra parte, le città e le destinazioni costiere ormai mature sono maggiormente impegnate ad attestare il proprio profilo di destinazioni "uniche", non imitabili, concentrando la propria attività sulla costruzione di un vantaggio competitivo, sia attraverso la definizione di un posizionamento forte e univoco, sia fornendo esperienze di qualità e ad elevato valore aggiunto per i visitatori.
Da ultimo, le aree rurali, montane, insulari e le piccole città sono interessate da fenomeni di rafforzamento dell'attrazione esercitata dalla propria "autenticità", fondata sulla sostenibilità del rapporto tra esperienza dei visitatori e tutela delle proprie risorse naturali.

La ricerca si è sviluppata sul presupposto che la grande maggioranza delle destinazioni turistiche sono caratterizzate dalla presenza sul territorio di molteplici soggetti portatori di interessi diversificati che contribuiscono a generare l’offerta turistica della destinazione. Di conseguenza, anche il modello organizzativo deve saper essere rappresentativo della diversità del territorio e della complessità dei soggetti che contribuiscono a generare l’offerta turistica.
L’implementazione di sistemi di governance di eccellenza, secondo l'UNWTO, passa attraverso il decentramento delle attività fondamentali come la pianificazione, i processi decisionali, il marketing, l’azione di potenziamento delle identità locali e la gestione dei finanziamenti.

Il modello che risulta sempre più utilizzato è quello della partnership mista pubblico / privata, più flessibile e maggiormente idonea a garantire l’efficienza e - contemporaneamente - migliorare le prestazioni.
La partecipazione dei soggetti privati nei comitati consultivi è del 50,7% ma si ferma al 30,5% nei comitati di gestione, con qualche picco significativo nelle destinazioni urbane e costiere.
Il 38,4% delle destinazioni istituisce partenariati pubblici / aziendali, il 19,2% costituisce gruppi di cooperazione settoriale ma è ancora elevata la percentuale (21,9%) di enti pubblici che semplicemente esternalizzano o appaltano l'esecuzione di funzioni.
Il settore privato è maggiormente coinvolto nei processi atti a fornire servizi turistici di qualità e integrare i prodotti, con il 52% delle destinazioni ormai definitivamente concentrate sulla soddisfazione del cliente.

In termini di ruolo, gli enti pubblici sono chiamati a garantire un quadro istituzionale per lo sviluppo del turismo attraverso il perseguimento di strategie a lungo termine ed il controllo dell'attuazione e della coerenza delle azioni con gli obiettivi.
Il ruolo dei privati risiede nella capacità di tenere il passo con le tendenze emergenti, la resilienza nella pianificazione e sviluppo del prodotto e l'agilità nei processi decisionali.

Sul piano delle criticità, l’indagine mostra come le principali problematiche con cui si misurano le organizzazioni chiamate a gestire e promuovere le destinazioni sono:

aumentare il livello di decentramento e di indipendenza da parte delle amministrazioni nazionali e regionali;

reperire fonti di finanziamento per sostenere le attività in programmazione;

riuscire a sfruttare i progressi nel campo delle ICT per la promozione, il posizionamento della destinazione e la gestione delle relazioni con i clienti;

lo sviluppo della qualità del prodotto e dei servizi, in chiave sostenibile;

attrarre segmenti di domanda con elevata capacità di spesa.

La ricerca dell'UNWTO si conclude con l'indicazione di una serie di buone prassi: sorprendente (ma non troppo?) che vi siano molti casi di successo nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo e nessun segno di vita dal nostro Bel Paese.
Il nostro governo centrale di preoccupa di rilanciare il turismo attraverso i "buoni vacanza" (paradossalmente rivolti a segmenti di mercato meno abbienti, in netta controtendenza mondiale, come misura anti-crisi), mentre le regioni faticano a declinare sul territorio le deleghe offerte dalla legge 135 del 2001, nonostante siano ormai trascorsi dieci anni. Le autonomie locali, nel frattempo ormai, sono rimaste quasi prive di portafogli.
garganopress

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