martedì 26 aprile 2011

Turismo, boccata d’ossigeno Ma resta la crisi

Ma dov’e’ il Cristo di Ligabue? Sì, dove si è nascosto questo mix perfetto tra la fede, il disegno istintivo e il rock? Troviamolo. Perché ieri un gruppetto di turisti lo cercava davvero. E al centro informazioni sulle scale mobili gli ci è voluto del bello e del buono per spiegargli che Ligabue canta e non dipinge, Antonio si è occupato d’altro mentre Cimabue in fondo era proprio bravino. Aneddoti di Pasquetta. Nel cuore di certe notti dove la macchina non è calda ma almeno si regala un brodino. La macchina del turismo resta imballata, non illudiamoci, ma almeno muove la classifica.
Con un pareggio: i dati degli arrivi, misurati a spanne dai centri di informazione, sono all’altezza del 2010, forse perfino un po’ meglio. E quelli degli alberghi confermano il quadro che avevamo anticipato pochi giorni fa.
Qualche esercizio sulle soglie del tutto esaurito, sabato al Minerva per esempio c’erano disponibili solo tre camere, altri non troppo sotto: come il Continentale, attestato sull’80%. Altra questione sono gli incassi. Perché anche dal 2010 al 2011 i prezzi hanno continuato a scendere e in questi giorni basta cliccare su internet per scoprire occasioni e agevolazioni. Legittima difesa contro la crisi ma che non sempre paga: e di certo non paga la stessa cifra. Chi per un giorno non si veste da Babbo Natale, e sfoggia i soliti prezzi, sorride un po’ di più, gli altri un po’ meno.
Ma tant’è: è la crisi, bellezza, e tutti fanno del loro meglio per sfangarla. Qualcuno meglio degli altri: Cortona pare non avesse un ago libero neanche se l’avessero rivestita d’oro e continua a volare sul filo di un’onda che vorrebbe non finisse mai. Ma anche Arezzo ha incassato la buona giornata delle città d’arte.
Come confermano i trend anche di altri centri della Toscana, Pasqua è sempre Pasqua: e chi si sposta per un giorno o due non sempre va al mare. A volte sì: da un centro turistico è partita la richiesta per un agriturismo, una decina di clienti con le valigie ai piedi. Ma il titolare se n’era andato sul Tirreno. E speriamo almeno che abbia aspettato tre ore dopo pranzo per fare il bagno. Qui per il pranzo hanno aspettato meno. Perché in Piazza Grande i locali erano già strapieni a mezzogiorno e hanno tirato tardi con le tovaglie apparecchiate. Chi morde e fugge senza fermarsi in albergo però spesso mangia e non solo panini. La platea di fronte ha contorni chiari.
All’Arezzo Valley delle scale mobilisolo il giorno di Pasqua 479 richieste contro le 448 della Pasqua 2010. Ieri altrettante ma ad un’ora dalla chiusura, contro le 456 della Pasquetta passata. In un mese che questa quota l’aveva raggiunta solo domenica 17 (461) e ovviamente per la Fiera: 660 persone il 3 aprile, come dire che l’Antiquaria tira sempre più di qualunque altra festa comandata.
Buone nuove anche dal centro turistico del Comune: 530 persone per Pasqua, un anno fa eano state 585 ma lo sportello era rimasto aperto quattro ore di più. Ieri il bis, perfino superato. Un 20% gli stranieri, in testa tedeschi e francesi, al resto pensano i nostri fratelli tricolori. Con il Lazio a fare la parte del leone ma ghiotti arrivi anche da altre regioni. «Ma qui andiamo avanti troppo a singhiozzo» lamenta un albergatore. Anche se dietro l’angolo c’è il primo maggio: e soprattutto c’è la Fiera, l’unico appuntamento che non tradisce mai. E che se volesse potrebbe perfino accompagnarti per mano fino al Cristo di Ligabue. Peccato che non voglia.
FONTE: LA NAZIONE

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